GIORNATA MONDIALE DELL'ALFABETIZZAZIONE 2011

Tema Alfabetizzazione e Pace

Le nostre riflessioni

E' molto interessante il tema scelto quest'anno per la Giornata Internazionale dell'Alfabetizzazione, Alfabetizzazione per la Pace e significativo è il disegno scelto per promuovere questa importantissima iniziativa che dal 1966 si rinnova ogni 8 settembre: una colomba che tiene nel becco una matita come messaggio di Pace invece che il consueto ramoscello d'ulivo. 
Questa immagine ha una forza espressiva grande se si pensa alle relazioni fra Istruzione e Pace che sono molte e importanti.
Non può esserci infatti una Pace duratura dove non c'è giustizia e non può esserci giustizia lì dove i diritti fondamentali della persona, come quello all'istruzione, vengono negati e disattesi E questo perché il diritto all'istruzione è "padre” di tanti altri diritti: salute, lavoro, benessere, possibilità di partecipazione politica... 
Dagli ultimi dati disponibili (2009) gli analfabeti adulti nel mondo sono 793 milioni su una popolazione di 6,891 miliardidi abitanti. 
La maggior parte di questi sono donne e, in molti Paesi, i picchi di analfabetismo femminile superano l'85%. 
Alle cifre riguardanti gli analfabeti adulti, vanno aggiunti i 67 milioni di bambini in età di scuola primaria e 72 milioni di adolescenti in età di scuola secondaria di primo grado che non ricevono un'istruzione.
Nel suo messaggio per questa occasione Irina Bokova, Direttore Generale dell'UNESCO, sottolinea che "si corre il rischio di creare una nuova generazione di analfabeti."
Purtroppo più che di un rischio si tratta ormai di una certezza. Perché oltre le cifre ufficiali, che già sono tutt'altro che rassicuranti, la realtà è ben più drammatica se si tiene conto che la stima dei bambini che alla nascita non vengono registrati all'anagrafe è di 51 milioni. Questi “bambini invisibili” sono un terzo di quelli che nascono ogni anno, due terzi nell’Asia meridionale e nell'Africa sub-sahariana.
Molti di loro resteranno adulti invisibili, molti altri adulti non lo diventeranno mai.
Il sogno di sconfiggere l'analfabetismo continua a spostarsi di anno in anno sempre più in avanti e la situazione non cambierà soprattutto se si continua ad aumentare gli investimenti per gli armamenti e a ridurre quelli per l'istruzione. 
Tra il 1999 e il 200835 Paesi sono stati teatro di conflitti armati, di cui 15 nell’Africa sub-sahariana. Dalle ultime statistiche aggiornate ad oggi nel mondo sono in corso conflitti più o meno estesi in 31 Paesi diversi.
Il Global Monitoring Report dell'UNESCO (2011), approvato da quattro premi Nobel per la Pace: Oscar Arias Sanchez (Costa Rica), Shirin Ebadi (Iran), José Ramos-Horta (Timor Est) e l'arcivescovo Desmond Tutu (Sudafrica), evidenzia quanto sia grande l'impatto dei conflitti armati sull’istruzione. Il 42% dei bambini che non vanno a scuola, infatti, vive in Paesi poveri interessati da conflitti. Senza contare l'alto numero di rifugiati e profughi che le guerre producono e di conseguenza l'elevato numero di persone che, nell'impossibilità di frequentare una scuola, restano privi di istruzione a meno che qualche Missionario o qualche ONG non cerchino le risorse per garantire un'educazione anche in queste situazioni drammatiche, visto che la scuola non rientra nel settore delle emergenze. Come OPAM, proprio nel giornale di questo mese pubblichiamo la continuazione dei progetti d’istruzione nel campo profughi di Makpandu, in Sud Sudan.
Dal rapporto del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) emerge che le spese militari nel mondo, (vedi mappa sottostante) nel solo 2010 siano state di 1.630 miliardi di dollari. Nel nostro Paese a questa voce di spesa vengono destinati 24 miliardi di euro ogni anno.
Cifre che fanno riflettere perché sappiamo che oltre a ridurre gli investimenti in Istruzione nei Paesi del sud del mondo queste scelte stanno causando continui tagli dei fondi destinati alla scuola anche qui. 

DISTRIBUZIONE DELLE SPESE MILITARI NEL MONDO
 
MAPPA
Immagine di Wikimedia

Ma al di là della interdipendenza diretta fra Pace e Istruzione ve ne sono altre fondamentali perché in ogni Paese del mondo si possa vivere una vita dignitosa.
Non può esserci libertà senza un'istruzione e un’educazione globale e liberante della persona. E non può esserci Pace senza libertà.
Quando nel 1972 Don Carlo Muratore diede vita all'OPAM fu spinto dalla consapevolezza che senza istruzione nessun sviluppo duraturo sarebbe stato possibile nei cosiddetti Paesi del terzo mondo.
E inoltre non bastava che venisse garantito il diritto alla scuola ma serviva assicurare un'istruzione di qualità che rendesse le persone capaci di vivere nella storia da protagonisti, in grado di poter difendere i propri diritti e di rispettare quelli degli altri, capaci di utilizzare al meglio le risorse naturali e umane, di salvaguardare la propria salute e il creato, di svolgere con competenza il proprio lavoro, di crescere i propri figli e provvedere al fabbisogno della propria famiglia.
Investire in programmi di alfabetizzazione degli adulti, soprattutto delle donne, garantire l'istruzione per tutti, ridurre lo spopolamento delle zone rurali attraverso adeguati programmi di formazione anche professionale e agraria, sostenere campagne di alfabetizzazione e di coscientizzazione sui diritti e i dovere delle fasce più emarginate, formare insegnanti competenti e garantirne l'aggiornamento continuo e salari adeguati, assicurare l'istruzione superiore e universitaria a tanti giovani... sono stati impegni costanti dell'OPAM in questi 40 anni. 
Molto è stato fatto in questo tempo ma ancora troppo poco rispetto all'oceano di bisogno di istruzione che c'è.
"Il mondo ha bisogno di un maggiore impegno politico per promuovere l'alfabetizzazione. Questo movimento deve essere accompagnato da adeguati finanziamenti per sviluppare i programmi che hanno dimostrato la loro efficacia. Oggi esorto governi, organizzazioni internazionali, società civile e il settore privato a fare dell’alfabetizzazione una priorità politica, in modo che ogni individuo possa sviluppare le proprie potenzialità e partecipare attivamente a costruire una società più sostenibile, giusta e pacifica " , conclude così il suo discorso Irina Bokova.
Nell'attesa che i governi mondiali si mobilitino, disposti a risentire allo scadere di ogni 8 settembre gli stessi proclami d'intento chissà ancora per quanti anni, ciascuno di noi può assumere un ruolo chiave per continuare la lotta all'analfabetismo e vigilare perché anche nel nostro nord del mondo sia tutelato il diritto ad un'istruzione di qualità, capace di creare coscienze critiche e libere perché, una buona istruzione, come dice il poeta Kahlil Gibran, “non è quella che sparge semi dentro di noi, ma quella che fa in modo che essi germoglino.” 
Molto c'è da fare in quest'ambito se si pensa che solamente il 2% delle donazioni di beneficenza viene versato per progetti di alfabetizzazione e che, in un tempo di crisi come questo, anche il poco che riusciamo a fare, grazie alla generosità della gente, rischia di scomparire.
E' più facile che le persone si attivino per finanziare progetti sanitari, alimentari...
L'istruzione resta la cenerentola nel campo degli aiuti...ma senza rispondere a questa "emergenza" le emergenze di ogni tipo continueranno ad affliggere il nostro Mondo.
C'è un analfabetismo che è più grave di ogni altro: - diceva Don Carlo - non conoscere il peso determinante che la mancanza di istruzione e educazione hanno nello sviluppo di un popolo e negli equilibri mondiali.” E ciascuno di noi può improvvisarsi maestro per questa preziosa campagna di sensibilizzazione.
Anna Maria Errera