GIUGNO 2013 - Echi dall'assemblea OPAM

 

L'ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI OPAM 2013

LE IMPRESSIONI DI ALCUNI PARTECIPANTI  

 

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Echi dall'Assemblea OPAM 2013

 

Quest’anno abbiamo voluto sperimentare una formula un po’ diversa per l’Assemblea annuale dei Soci, cercando un luogo spazioso, confortevole, silenzioso ed economico allo stesso tempo, che permettesse di stare insieme dal sabato mattina fino alla domenica, concludendo l’incontro con la partecipazione all’Angelus in piazza S. Pietro.

Mi ha commosso vedere tanta rispondenza e tanto impegno anche da parte di persone sofferenti e provate fisicamente, ma che hanno espresso la loro gioia di stare insieme. E’ una grande ricompensa sul piano umano e anche spirituale constatare il desiderio di condivisione e di fraternità che anima tante persone. Si è toccato con mano la verità della parola di Gesù: “Dove due o tre persone sono riunite nel mio nome, lì sono presente IO”. Ringraziamo il Signore del dono che ci ha fatto e della protezione della Vergine di Guadalupe patrona dell’OPAM. Condividiamo alcune testimonianze che ci sono pervenute, perché anche altri amici dell’OPAM possano averne un giovamento.

Don Aldo

 

Ma che bella giornata!

 Sono partita pensando alla versione sarcastica di Ugolino (1968) nella canzone “ma che bella giornata”. Milano, piove a dirotto, 7 gradi, treno piacevole, qualche voce indaffarata e altre più socievoli.

Roma 21 gradi, si vive la Fraternità, strade che si incontrano, Milano, Pisa, tanta Roma, Noto, Africa e penso a chi non ho rivisto: sicuramente tra mille difficoltà resta vicino all'OPAM. CONDIVISIONE di dolci, risate, attimi di confronto.

Ho provato molto piacere nello scoprire che l'associazione si muove per ALFABETIZZARE, per FORMARE piccole e grandi persone, per un futuro libero, INFORMARE sulle proprie attività perché amiamo la LIMPIDEZZA.

Sicuramente penso che tutti i soci, ognuno con il proprio bagaglio culturale e sociale, cerchino di vivere e far vivere il PENSIERO CRITICO senza mai averne paura.

Ci troviamo a vivere quello che vogliamo, trasmettere RECIPROCITA'.

In fotografia, significa la corrispondenza che esiste tra diversi tempi di posa e diverse aperture del diaframma per ottenere una medesima esposizione (a un tempo di posa più lungo corrisponde un diaframma più chiuso, e viceversa).  

Sonia Zincarelli Gruppo OPAM ALER Milano

 

La bellezza dell’accoglienza

La partecipazione all’Assemblea annuale OPAM è stata per me una grande gioia. La prima emozione me l’ha data il luogo dove si è svolta. Per giungervi ho dovuto attraversare un tratto di Roma non molto suggestivo o spettacolare, come tanti altri fantastici della capitale. Ma l’ingresso alla casa “Nostra Signora Madre della Misericordia” al Trullo mi ha fatto subito dimenticare ciò che poco prima avevo visto. Mi ha accolto il verde degli alberi secolari che cingono la casa, nella loro estensione e varietà e la squisita ospitalità delle Suore in un clima familiare.

I lavori dell’Assemblea sono stati consequenziali. Dopo la lettura delle varie relazioni è seguita nel pomeriggio l’attività del lavoro di gruppo, lavoro qualificato nel programma e suddiviso in maniera efficiente. Questa sessione mi ha coinvolto in modo efficace. Erano presenti alcuni Sacerdoti amici dell'OPAM di diversi Paesi africani, Padre Robert, P. François, P. Zacharie, P. Antoine, P. Jean-Yves. Tutti hanno posto l’accento sulla ricchezza che ha in sé la fraternità, perché “nella fraternità si possono condividere gli stessi interrogativi e perché comunica il senso della cattolicità”. “La fame della conoscenza - ha detto P. Robert che esercita il suo ministero in Sicilia nella diocesi di Noto - è più grande della fame del corpo; con la conoscenza si diventa autonomi, si può prendere la vita nelle proprie mani… L’OPAM è come una pietra nascosta…, è un laboratorio che cerca di farla scoprire, come indica il fine del volontariato”. Al congedo ho avuto la certezza di portare con me qualcosa che prima non avevo.

M. Emilia Locci Gruppo OPAM di Terni 

 

La ricchezza della condivisione

Quest’anno in occasione dell’Assemblea annuale ho vissuto con più intensità il trovarci insieme tra soci e con i Sacerdoti che hanno conosciuto l’OPAM più da vicino, sia perché a Roma per studio o perché, come Padre Robert, venuto come animatore spirituale del gruppo di Noto.

Il nostro stare insieme mi ha fatto sperimentare una particolare condivisione/comunione, rafforzando in me la percezione di essere socia non solo per ideologia ma principalmente perché siamo amici che condividono tempo e amore per l’altro, che nasce dalla compartecipazione di idee, interessi, sentimenti. Ho sentito forti dentro di me queste emozioni attraverso il vivere semplicemente due giornate insieme, dal mattino alla sera.

Grazie amici, per aver fatto sì che l’occasione della mia venuta a Roma abbia rafforzato il legame di fraternità che lega soci ed amici dell’OPAM.

Maria Iacona Gruppo OPAM di Pisa

 

Il segreto è avere un’anima

 Scoprire ancora il senso di ciò che si fa, dare più senso a ciò che si fa, ecco in poche parole le linee di riflessione che hanno guidato l’incontro pomeridiano organizzato dall’OPAM il 25 maggio scorso.

Presente come invitato, ho avuto la gioia di condividere la vita stessa dell’OPAM attraverso quella dei suoi membri e di sentire battere il suo cuore attraverso i vari interventi. In quest’incontro penso di aver trovato il segreto del successo dell’OPAM nelle sue varie attività. E questo segreto sta nel fatto che essa non è senza anima.

Difatti, durante quest’incontro ho apprezzato la forza e la grandezza d’animo presenti nelle riflessioni dei partecipanti su alcuni temi indispensabili per la vita e la credibilità di una Associazione come l’OPAM: volontariato, solidarietà e fraternità sono stati questi i temi che ci hanno messo in contatto diretto e fiducioso gli uni con gli altri e con tutti i beneficiari dell’OPAM, sparsi nel mondo. Questo momento unico di condivisione ha provato che l’OPAM non è un luogo dove si parla soltanto di denaro o di progetti, ma che è prima di tutto un luogo dove si vive e si costruisce una fraternità a vocazione universale, una fraternità che costituisce l’anima del suo agire.

Don Antoine Kyelem - Diocesi di Koupela (Burkina Faso)

 

 

La fraternità ce la dà il Signore

Ringrazio di cuore don Aldo e gli amici dell'OPAM per averci invitati a questo incontro allargato in ragione del legame che unisce la Fraternità Missionaria e l'OPAM ONG. Attraverso modalità differenziate ci ritroviamo nella convergenza di “vocazione” a prestare all’umanità senza frontiere un servizio spirituale ad “essere più” uomo e donna. Cercando di cogliere la dinamica di fondo dei momenti vissuti insieme (messa, pranzo, riflessione di don Aldo sulla parabola del buon samaritano, video sulla dialettica solidarietà-fraternità e lavoro di gruppo), tanti aspetti mi hanno colpito. Ne condivido due: il riferimento al fondatore dell’OPAM, don Carlo Muratore, la cui memoria costituisce una fonte perenne d’ispirazione nel servizio della Chiesa all’uomo; un’attenzione alla realtà dell’alfabetizzazione nelle sue varie interpretazioni se la si considera come richiesta di un umanesimo integrale. Nell’omelia durante l’eucaristia si percepiva che l’OPAM è radicata nella fedeltà al fondatore e nell’ascolto della voce della Chiesa sull’uomo. La partecipazione dei sacerdoti fedeli all’eredità di don Carlo, conosciuto da vicino personalmente, l’evocazione della sua persona e dell’energia che egli metteva nella realizzazione dei suoi obiettivi contribuiscono a ravvicinarlo ai presenti; ciò fa sì che la memoria viva attinge in una tradizione che si è formata nel tempo tra i soci dell’OPAM. L’evocazione della Populorum progressio mette l’attività dell’OPAM nel quadro della Chiesa che cerca e insegna continuamente la linea dello sviluppo umano integrale, aspetto che  sfugge alle misurazioni con gli indicatori usati dalle agenzie specializzate dello sviluppo. L’OPAM è nata e cresce nella prospettiva di uno sviluppo duraturo che punta al potenziamento delle capacità umane mettendo l’alfabetizzazione al cuore dello sviluppo della mente e dello spirito umano che spesso ha un altro tipo di fame che i beni materiali non riescono ad appagare. La partecipazione dei laici impegnati e convinti della causa dell’OPAM, oltre il condividere ciò che hanno imparato dall’esperienza, è una testimonianza dell’esercizio della carità che permea l’esercizio spirituale del ministero regale comune a tutti i fedeli di governare la creazione con competenza e dono di sé. Il clima generale lascia l’impressione che la fraternità che l’OPAM cerca di raggiungere e promuovere tra il Nord e il Sud sia innanzitutto un percorso interno che le varie persone coinvolte imparano a praticare nel “cammino” che fanno insieme in clima di fraternità affinché si possa avere una visione del mondo e del metodo di lavoro più reciprocamente condivisa. Anche se differenze di vedute possono incrociarsi nella ricerca, l’incontro ha il primo merito di cercare la fraternità per lavorare più efficacemente insieme. Ma appunto diceva Benedetto XVI nella Caritas in Veritate (n.19), la fraternità non ce la dà il mondo né l’ingegno umano; la dà il Signore. Perciò l’impegno di tutti noi a pregare perché quest’impostazione ad intra e ad extra sia sempre sostenuta dal Signore che ne è l’origine.

Un grazie a tutti anche per quella ricerca continua dei modi di sostenere meglio le tante Chiese bisognose che si avvicinano all’OPAM.

P. Antoine Marie Zacharie Igirukwayo, Carmelitano (Burundi)

 

Sto alla porta e busso…

Padre Robert Nsongi, un giovane sacerdote africano della diocesi di Butembo-Beni (Rep. Dem. del Congo) che sta svolgendo un servizio pastorale di 5 anni nella città di Noto, gemellata con la sua diocesi, ed è assistente spirituale del locale gruppo OPAM, ha celebrato la Messa il giorno successivo all’Assemblea, solennità della SS. Trinità. Egli ci ha raccontato la sua esperienza e ci ha fatto riflettere sul significato di reciprocità, ispirandosi a quanto Papa Francesco ha detto ai giovani: "fare "carità" è avvicinarsi all'altro, guardarlo negli occhi, dargli la mano e allora ci accorgeremmo di quanto lui può dare a noi."

Ma questo cosa c'entra con la Trinità? Risposta: cos'è la Trinità se non questo cerchio di Amore che ci accompagna in ogni momento della nostra esistenza? Questo Amore, che ci è stato donato nel Battesimo, è rimasto nel nostro cuore da allora. E Padre Robert ci ha fatto riflettere: quando il Signore dice "ecco, sto alla porta e busso..." non parla dello Spirito che bussa alla nostra mente, alla nostra intelligenza o al nostro cuore per entrare, perché Lui è già lì grazie al Battesimo, ma dello Spirito che da dentro il nostro cuore bussa per uscire incontro a tutti quelli che ci sono intorno e che sono pronti a ricambiare, ognuno a suo modo o secondo le sue possibilità, quell'Amore che noi mostriamo loro.

Allora anche nelle nostre famiglie, o nella Comunità, o nel servizio all’OPAM, facciamo in modo che ci sia questo scambio di Amore, che non ammette giudizi o pregiudizi, o sentirsi più bravi o più buoni, ma che sa riconoscere in ogni "altro" la presenza dell'Amore vero.

Fabrizio Corti - Consigliere OPAM