Luglio 2012 - Buon compleanno amici di Chiang Rai!

Compie 20 anni il Camillian Social Centre di Chiang Rai che l'OPAM sostiene da più di 20 anni. Un miracolo d'amore dove i bambini vivono in felici. Ecco la lettera di Fr. Gianni. 

 

 

 

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Cari amici dell'OPAM,

vi do con piacere una notizia: nel 2012 compiamo 20 anni. Siamo nati ufficialmente nel 1992, ma già da 10 anni eravamo partiti col progetto di aiutare i bambini a frequentare la scuola. Allora, nel 1982, iniziammo occupandoci dei piccoli che vivevano nei lebbrosari, e fu una cosa forse rivoluzionaria: erano anni, infatti, in cui questa malattia era considerata una sorta di stigma divino. I bambini dei lebbrosari aiutati furono circa 200. E oggi possiamo andare fieri che molti di loro sono entrati nella vita a testa alta, alcuni con posti di responsabilità. Proprio l’altro giorno, mentre bagnavo i fiori all’ingresso, una moto si è fermata e un giovane con in braccio una bimba si è avvicinato. Con fatica ho riconosciuto Nopadon, uno di quei bambini dei lebbrosari. Aveva in braccio sua figlia, una bambina dolcissima. Veniva a chiedere ancora il nostro aiuto, ma stavolta per la sua figlia disabile. Mi disse che lui e la moglie lavoravano all’università e finora avevano tenuto la figlia con loro, ma, sapendo che nel nostro Centro i bimbi con handicap erano aiutati con fisioterapia e nuoto, e anche accompagnati nell’apprendere, chiedeva se poteva portarla al mattino e riprenderla alla sera. Risposi di sì e lui, più rilassato, ricordò gli anni della sua scuola. Riallacciava un filo che partiva da lui bambino e arrivava a sua figlia.

Il progetto, invece, di cui ricordiamo i 20 anni si riferisce alle varie centinaia di bambini delle minoranze etniche, poiché questo è ora il nostro scopo principale. Sono bambini che vivono con noi nel Centro per la scuola primaria e poi li aiutiamo fino al termine dell’istituto professionale. Non voglio fare bilanci ma darvi dei dati per capire. Il primo bambino, ricordo, si chiamava Aberà (in seguito, col battesimo, ha aggiunto il nome Giovanni Maria). Un giorno, 15 o 16 anni fa, mi guidò in un tugurio dove una donna moriva di AIDS. Ame, il suo unico figlio, erta seduto per terra, attonito e spaurito, e lei, tra gli ultimi rantoli, me lo affidò. Oggi Ame è un giovane che frequenta le superiori e gioca da centrocampista nella nostra squadra. Da allora abbiamo ospitato 700 bambini e ognuno, come Ame, ci ha lasciato dei ricordi: è la nostra forza. Visi sorridenti o rigati di lacrime, storie di carcere, di povertà, di abbandono, ma sempre vissute con dignità. Su 700 bambini ospitati, 690 hanno completato con successo il percorso formativo: il 99%! Orgoglioso? Certo, ma nessuno può essere fiero da solo: questo bel risultato è da condividere con voi e i bambini. Tutti hanno contribuito in egual misura. Il nostro centro è come un campo: c’è chi semina, chi irriga, chi miete. Ma c’è anche Chi vede. E penso che a Lui piace pensare a noi.

Con riconoscenza

Fr. Gianni Dalla Rizza