Una porpora per un futuro di Pace e Speranza in Congo

 

 

Il 5 ottobre 2019 papa Francesco ha innalzato Sua Eminenza Fridolin Ambongo Besungu alla dignità cardinalizia

 

 

 

Domenica 1 settembre 2019 Papa Francesco, durante l’Angelus, annunciava la nomina di 13 nuovi cardinali e fra di loro c’era Mons. Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa. Tutti gli amici di vecchia data dell’OPAM conoscono Mons. Ambongo e il legame di affetto e stima che ci lega da molti anni a lui.

 

Lo stupore e l’emozione sono immensi. Provo a contattare Mons. Ambongo per telefono ma è sempre occupato. Finalmente riesco a raggiungerlo. La nomina è stata una sorpresa anche per lui. Ha cominciato a ricevere messaggi di felicitazione dai tanti amici. Non riusciva a crederci ma, contattato il Nunzio, ha saputo che era proprio così. Mi dice: “Ciò che mi rende felice e mi commuove è che questa nomina rappresenta un riconoscimento da parte di Papa Francesco, un apprezzamento da parte della Chiesa per il lavoro svolto in questi anni a fianco del nostro popolo che soffre… mi sembra una conferma che la via che abbiamo scelto è quella giusta e che dobbiamo continuare a far crescere la speranza nel nostro popolo.”

Abbiamo ripercorso con commozione i 12 difficili anni trascorsi da quel 24 maggio 2007, giorno in cui per la prima volta, giovanissimo vescovo, aveva messo piede all’OPAM. Sono stati anni densi di avvenimenti e abbiamo lodato insieme il Signore che ci ha dato la gioia di condividere in ogni istante il ministero di questo suo umile pastore dal cuore grande. Sin da quel primo incontro abbiamo avuto la percezione di trovarci davanti ad una persona davvero speciale e il susseguirsi vertiginoso di avvenimenti in questi 12 anni non ha fatto che confermarci in questa prima impressione.

La prima volta che lo abbiamo incontrato, Mons. Ambongo aveva 47 anni e da due anni era vescovo di Bokungu-Ikela, una delle diocesi più povere e difficili fra le 450 con le quali l’OPAM collabora, estesa su un territorio di 42.000 Kmq in piena foresta equatoriale nella parte ovest della Repubblica Democratica del Congo. A causa della guerra, dell’isolamento geografico, della totale mancanza di strade e infrastrutture e della miseria della sua popolazione, per 9 anni la diocesi è rimasta senza un Vescovo perché non si trovava nessuno disposto ad accettare questo difficile ruolo; finché questo coraggioso prete cappuccino lascia il suo posto da vice provinciale dei cappuccini, il suo insegnamento di Teologia Morale all’università di Kinshasa, il suo impegno come responsabile delle congregazioni religiose in Congo e quello nella Commissione Giustizia e Pace della fraternità francescana, e accetta l’incarico con generosità e abbandonandosi fiducioso alla volontà del Signore.

Era venuto all’OPAM a presentarci la realtà della sua diocesi africana e a chiedere un aiuto per la costruzione del seminario minore. “Per un territorio così vasto posso contare soltanto su 16 preti diocesani e 4 religiosi distribuiti in 14 parrocchie, ciascuna delle quali è grande come una delle vostre diocesi. Il problema che dobbiamo risolvere è la formazione dei futuri sacerdoti. A causa della situazione delle scuole della zona, con classi sovraffollate e insegnanti non qualificati, i giovani ricevono una preparazione di base insufficiente e quando cercano di entrare al seminario maggiore vengono respinti. Senza un seminario minore non c’è alcuna speranza di rispondere alle vocazioni che stanno nascendo e di aumentare il numero dei preti in questa diocesi.”

Sarà l’inizio di una grande amicizia e di fruttuose collaborazioni che ci apriranno gli occhi e il cuore offrendoci una visione nuova, non solo sulla Repubblica Democratica del Congo, ma anche sul ruolo di un’associazione come l’OPAM e sul suo modo di operare.

Contemporaneamente alla costruzione del seminario abbiamo iniziato le adozioni scolastiche dei seminaristi e a progettare una scuola infermieri a Bokungu per evitare che personale sanitario formato a Kinshasa a spese della diocesi, una volta diplomato, non tornasse più a lavorare in foresta. Bisogna ricordare che la gestione del 60% delle strutture scolastiche e sanitarie dallo Stato congolese sono date in carico alle diocesi, nelle cui mani non sono solo l’evangelizzazione e la pastorale ma anche lo sviluppo del territorio e la promozione umana della popolazione.

Per questo nel 2008 a Bokungu abbiamo iniziato le adozioni degli allievi infermieri A2. Oggi circa 80 infermieri ben formati operano sul territorio migliorando lo stato di salute della popolazione.

Ma dopo soli due anni alla guida di questa diocesi grande come Piemonte e Lombardia, ad ottobre 2008 a Mons. Ambongo viene affidata in qualità di Amministratore Apostolico anche la diocesi di Kole, che si estende per 66 Kmq. Se dopo aver conosciuto la diocesi di Bokungu avevamo pensato di aver toccato il fondo della miseria, dell’isolamento e della povertà abbiamo dovuto ricrederci: a Kole la situazione, se possibile, era anche peggiore.

Un solo vescovo per la cura dei cristiani di un territorio grande come tutto il nord Italia, percorribile quasi del tutto unicamente in moto. Eppure la sua sollecitudine di Pastore non ha abbandonato per un solo istante questo gregge affidato alle sue cure. E quando condivideva le immagini e i racconti delle sue visite pastorali, traspariva sempre una gioia grande, capace di seppellire, in un rinnovato slancio missionario, fatiche, sofferenze, stenti.

Ricordo il racconto di quando raggiunse un villaggio in cui da oltre 10 anni non arrivava un vescovo: accolto dalla gente in festa celebra 900 cresime in un solo giorno. O quando, raggiunto dopo un lungo cammino in moto e a piedi uno dei tanti villaggi della foresta, nonostante fosse sotto un brutto attacco di malaria non rinunciava a celebrare la Messa e a cresimare oltre 300 persone.

Attraverso il suo ministero abbiamo conosciuto il volto missionario della Chiesa del Sud del Mondo del quale purtroppo poco si parla nelle nostre parrocchie e che sembra ancora vivere l’entusiasmo e la forza di una rinnovata Pentecoste. Abbiamo conosciuto il ruolo fondamentale dei laici, e in modo particolare delle famiglie catechiste, per portare l’annuncio del Vangelo in ogni angolo della foresta e ridonare dignità ad ogni creatura attraverso l’alfabetizzazione e l’educazione. La sua testimonianza crediamo sia stata fondamentale per l’evangelizzazione di tante persone. Nella diocesi di Bokungu, nel periodo del suo episcopato, la percentuale di cattolici è passata dall’8% al 60% con un popolazione totale praticamente stabile. In quella di Kole dal 21,1% al 36,6%, ma bisogna tener conto del numero assoluto perché in questo territorio il numero di abitanti si è duplicato.

Mons. Ambongo è stato vescovo di queste due diocesi contemporaneamente per ben 7 anni portando avanti anche il suo impegno come presidente della Commissione Episcopale Giustizia e Pace e poi della Commissione delle Risorse Naturali. Con coraggio e senza fermarsi di fronte alle minacce ricevute, a prezzo della sua stessa vita, ha denunciato apertamente la drammatica situazione del Congo, quello ”scandalo geologico” che fa sì che questo che è il Paese più ricco del mondo in risorse naturali, proprio a causa delle sue ricchezze depredate dalle multinazionali con la compiacenza di governanti corrotti, abbia la popolazione più povera del mondo. Ha interpellato governi, denunciato all’ONU e agli altri organismi internazionali quello che il popolo congolese stava vivendo.

Nominato finalmente un Vescovo per la diocesi di Kole, nell’agosto del 2015 ritorna ad essere unicamente Vescovo di Bokungu-Ikela: spera di riuscire a dare di più a questi fedeli che hanno dovuto condividere il proprio Pastore con altri per così tanti anni. Ma 7 mesi più tardi, nel marzo 2016, viene nominato Amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Mbandaka-Bikoro di cui diventerà Arcivescovo il 25 novembre dello stesso anno. Resterà Amministratore di Bokungu-Ikela fino al 6 febbraio 2016, giorno della sua inattesa nomina come Arcivescovo coadiutore dell’Arcidiocesi di Kinshasa di cui diventerà Arcivescovo il 1 novembre 2018. Da giugno 2017 è anche Vice Presidente della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale del Congo).

Il 5 ottobre 2019 in una cerimonia solenne papa Francesco ha innalzato Sua Eminenza Fridolin Ambongo Besungu alla dignità cardinalizia. Eravamo presenti anche noi, uniti a numerosi Vescovi, preti, religiose e laici della comunità congolese e non, giunti da Kinshasa, da Roma, Londra, Parigi e da diverse parti del mondo. Al termine della cerimonia una folla immensa di persone si è messa in fila per salutare il novello Cardinale che ha donato a tutti la sua benedizione e il suo sorriso.

Ma la cosa che ci ha impressionato di più è stata la partecipazione dell’attuale Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Felix Tshisekedi, assieme al candidato escluso Martin Fayulu e a politici di diversi partiti dell’opposizione come Moise Katumbi, Jean Pierre Bemba, e altri leader delle principali forze politiche, e dei rappresentanti delle diverse religioni. Tutti erano felici e si respirava un clima di festa. L’entusiasmo e l’orgoglio per questo figlio del Congo rivestito della porpora rossa univa ogni diversità in un’unica speranza. Il clima di partecipazione gioiosa e pacifica di tutte queste persone ci ha fatto comprendere che il motto Omnia omnibus (“Tutto a tutti”), scelto dal Cardinal Ambongo in occasione della sua nomina alla guida dell’arcidiocesi di Kinshasa, è già una realtà viva e reale. La comunione che si è creata attorno a lui ci ha fatto pregustare la possibilità che persone con idee diverse possano unirsi per assicurare finalmente un futuro di Pace e di serenità per questo amato popolo. E questa sarebbe la ricompensa più grande per questo Cardinale che, se pur rivestito di porpora rossa, resta autenticamente francescano cappuccino in ogni piega del suo essere.

Auguri di cuore, Cardinale Ambongo! La nostra preghiera continuerà ad accompagnarti anche in questo nuovo impegno a servizio della Chiesa in Congo e nel mondo intero.

E tu prega perché l’OPAM possa svolgere la sua missione a fianco di quanti, come te, ogni giorno offrono la propria vita perché venga presto quel Regno di Giustizia e di Pace che il Signore ha annunciato.

Anna Maria Errera