Natale 2020

 
DA LAKKA LE ULTIME NOTIZIE E GLI AUGURI

 

Clicca sulla foto per vedere l'album

 

Lakka, 16/12/2020

Carissimi Amici dell’OPAM,

siamo arrivati quasi alla fine di questo anno così particolare e voglio ringraziarvi perché, nonostante le difficoltà, non vi siete dimenticati di noi e ci siete sempre stati vicino.

Come quasi in tutti i Paese del mondo, anche nella Sierra Leone a fine Marzo è stato imposto il lockdown. Le scuole sono state chiuse, la maggior parte delle attività si sono fermate, non c’era più lavoro per i genitori dei nostri bambini e la prima preoccupazione era il cibo. Tante famiglie erano letteralmente alla fame e noi ci siamo attivati subito per dare loro un po’ di sostentamento. Abbiamo anche cercato di mantenere un minimo di attività didattica ma è stato davvero difficile perché c’era il divieto di riunirsi e ci si poteva incontrare solo in poche persone.

Ho dovuto rimandare più volte la partenza ma a metà Luglio sono riuscita finalmente a rientrare in Italia per controlli medici, per fare ritorno a Lakka a fine Ottobre. Nel frattempo i miei collaboratori hanno proseguito il loro lavoro e finalmente, i primi di Ottobre tra mille difficoltà è ripresa la scuola. Nella nostra St. Catherine  School  gli alunni trovano un ambiente pulito, arieggiato e luminoso. La recinzione dà alle famiglie la sicurezza di una protezione. Gli insegnanti sono bravi e molto coscienziosi, stanno cercando di recuperare con lezioni extra il tempo perso per la chiusura delle scuole. Il nostro cortile è anche uno dei pochi dove si può giocare e incontrare i coetanei e non di rado gli alunni si attardano anche dopo le lezioni. Nelle classi si stanno concludendo gli esami di fine trimestre e per ora non è possibile conoscere i risultati dei singoli alunni ma vi assicuro che tutti lavorano con il massimo impegno. Il 18 Dicembre inizieranno due settimane di vacanze perché questa è la bella stagione qui da noi mentre Luglio ed Agosto sono i mesi delle piogge.

Lakka sta cambiando volto, ci sono cantieri dappertutto, stanno costruendo abitazioni di lusso per un turismo che al momento è inesistente. Tutto questo a discapito delle nostre famiglie che devono lasciare le loro già misere baracche per andare a vivere non si sa dove. Abbiamo una decina di famiglie senza casa e stiamo cercando qualche baracca da affittare. Purtroppo ora i “bambini della chiave” non avranno più l’opportunità di seguire le lezioni pomeridiane che noi avevamo istituito quale supporto alla scuola e aiuto alle famiglie, spesso monoparentali, impegnate a vendere di villaggio in villaggio. Sono in maggioranza nostri alunni che altrimenti passano il pomeriggio in strada, i genitori rientrano tardi e i bambini aprono con la propria chiave la porta di casa dove non trovano nessuno. Cercheremo una soluzione a questo problema.s

Ieri sono andata un po’ in giro a piedi, questo mi consente di vedere da vicino le abitazioni e di incontrare genitori e giovani che hanno frequentato la St. Catherine ed ora continuano alle medie. Mi sono letteralmente arrampicata sulla collina per visitare alcune famiglie, è l’unica possibilità per loro perché lungo la costa sono stati cacciati via tutti. Qui su si trova la baracca di Monica, senza acqua, senza corrente… Katherine, Agnes, Anita e Ibrahim, i figli e i nipoti, vivono lì. Vanno tutti alle scuole superiori private, le uniche a garantire un’educazione valida. Noi abbiamo fatto in modo che Monica, la mamma-nonna, frequentasse il college e ora insegna alla nostra scuola materna. Questo lavoro le ha dato l’indipendenza e la possibilità di provvedere in parte alla scolarizzazione dei ragazzi. 

Carissimi amici, vi ho raccontato le nostre difficoltà, le nostre preoccupazioni ma anche i traguardi raggiunti, grazie anche a voi che non ci abbandonate. Sapere di poter contare sul vostro sostegno ci permette di andare avanti giorno per giorno, nella speranza di un futuro più luminoso per i nostri piccoli. A nome di tutti i bambini e delle loro famiglie auguro a voi e ai vostri cari un Santo Natale e ogni bene per il Nuovo Anno, nella speranza che la pandemia abbia presto fine.

Maria Teresa Nardello