Prog. 2130/Giugno 2017

LOCALITA' : Bvumbwe (Malawi)   
DIOCESI:   Arcidiocesi di Blantyre
TITOLO:   Istruire per ri-educare nel carcere minorile
COSTO:   8.000 € 
PROGETTO REALIZZATO

 

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Istruire per ri-educare nel carcere minorile  

CONTESTO. Come gli amici dell’OPAM sanno, sono diversi anni che l’OPAM sostiene il progetto avviato nel 2005 da Anna Tommasi, missionaria FALMI (Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell'Immacolata), per la formazione culturale dei ragazzi nel carcere minorile di Bvumbwe, in Malawi, un Paese tra i più poveri e più densamente popolati dell’Africa sub-sahariana. Nella popolazione molto giovane, oltre il 67% ha meno di 25 anni e l’età media è di 16 anni, molti sono i poveri, le persone in gravi difficoltà, malati di AIDS, emarginati, e molti sono soprattutto gli orfani e i ragazzi che non hanno mai frequentato la scuola. Piccoli furti, risse, sono i reati frequenti che portano i ragazzi in carcere dove restano a lungo per il malfunzionamento del sistema giudiziario, per la corruzione, la povertà e le scarse risorse disponibili: ad esclusione dei casi di omicidio, i processi in tribunale si svolgono senza un difensore. Così poter frequentare una scuola durante la reclusione rappresenta la sola possibilità per questi giovani di ricevere un'istruzione che li aiuti a crescere e trovare le condizioni per il proprio riscatto: uscire dal carcere con il diploma di terza media o scuola superiore può fare la differenza! E, convinta di questo, Anna Tommasi continua nel suo progetto per educare i detenuti del carcere minorile di Bvumbwe, la maggior parte dei quali non ha finito neanche la terza elementare. Il direttore della scuola primaria e secondaria del carcere, Venacio Vitto, ci scrive:“Noi insegnanti esterni, con l’ausilio di alcuni agenti di custodia, svolgiamo il programma di insegnamento statale. Non potremmo farlo senza il sostegno dell’OPAM che contribuisce a pagare i nostri stipendi aiutandoci così a mantenere le nostre famiglie e a svolgere con serenità e al meglio il nostro ruolo di educatori dei ragazzi detenuti per aiutarli a diventare cittadini onesti e capaci di lavorare. La nostra scuola ha raggiunto obiettivi importanti ottenendo una buona media a livello nazionale anche agli esami di stato. Seguiamo i nostri ragazzi anche quando lasciano il carcere aiutandoli a completare gli studi e sostenere gli esami di maturità. Ora abbiamo la gioia di vedere un nostro ex-studente del carcere, frequentare corsi di specializzazione al Politecnico di Blantyre. Intanto la scuola cresce, con l’aiuto di Anna Tommasi nascono nuove iniziative: abbiamo una falegnameria, un allevamento, laboratori di edilizia, sport, tutte attività che sono parte del processo di riabilitazione e di preparazione dei ragazzi alla nuova vita che li attende all’uscita dal carcere.”

PROGETTO. I segnali positivi del lavoro svolto nella scuola continuano a essere ben visibili, come testimonia la stessa Anna Tommasi con alcuni esempi: “Un ragazzo che l’OPAM conosce, completati gli studi superiori in carcere, è ora all’università aiutato da alcuni benefattori che gli pagano gli studi piuttosto cari poiché la sua famiglia è poverissima, un altro ragazzo, anch’egli beneficiario del sostegno dell’OPAM, ha superato gli esami di maturità e ora lavora presso un’azienda del tè, un altro ha ora una propria attività, un piccolo negozio di ferramenta… E tanti altri ce ne sono, tutti bei frutti del vostro sostegno alla formazione dei giovani. Noi continuiamo nel nostro impegno, ma la scuola ha bisogno della generosità degli amici dell’OPAM e di altri benefattori, la sola risorsa su cui può contare per continuare a operare. Con fiducia e riconoscenza vi chiedo perciò di aiutarci a pagare lo stipendio ai nostri insegnanti anche per questo anno scolastico con un contributo di 8.000 €.” E il direttore della scuola conclude: “…Grazie a voi siamo cresciuti e abbiamo ora un ambiente migliore per l’insegnamento e la formazione dei nostri ragazzi, vi prego perciò di continuare a pensare a loro e a sostenerli come già avete fatto negli anni scorsi.”