Aprile 2020

 
ULTIME NOTIZIE DA GUGLIELMO DAMIOLI

 

Carissimi amici,

dopo la seconda guerra mondiale, questo è il momento più difficile che l’umanità sta vivendo. Il mondo accompagna incredulo le immagini che, in tempo reale, le televisioni dei vari continenti presentano sull'epidemia che, partita dalla Cina, sta devastando Bergamo, Brescia, tutta l'Italia, l’Europa, l’Africa, l’America del Sud, gli Stati Uniti, il mondo.

Quei camion dell'esercito in processione a Bergamo che trasportano bare ci hanno portato alle lacrime. I morti, avvolti in lenzuola, abbandonati sui marciapiedi in Equador, ci hanno inorridito. Le strade vuote, le chiese chiuse, i funerali proibiti…

Qui in Brasile ci stiamo preparando, aspettando l’onda che potrà devastare le popolazioni di milioni di poveri ammassati nelle favelas delle grandi città e nelle palafitte lungo i grandi fiumi. La scandalosa disuguaglianza sociale imperante in Brasile e nei paesi poveri, mostrerà le sue perverse conseguenze. Solo Dio e la Madonna per proteggere questa povera gente.

Una tempesta si sta abbattendo sull’umanità indifesa davanti ad un nemico invisibile, silenzioso, mortale. Mai come oggi sentiamo la necessità di una luce, una voce che rinforzi la nostra fede e alimenti la nostra speranza.

La voce di Papa Francesco, come umile servo del Signore, si è alzata, al tramonto di un piovoso venerdì di Quaresima (27/03), per una annunciata benedizione “urbi et orbi”. Le televisioni del mondo hanno mostrato Francesco, all’imbrunire, spogliato delle sue insegne papali, camminare barcollando, da solo, sotto la pioggia, nella piazza vuota di San Pietro. Il suo volto, i suoi gesti, il suo incedere barcollante, ma deciso, per arrivare davanti alla Madonna, Salvezza del Popolo, per arrivare davanti al Crocifisso, eredità di altre catastrofi. Sulle spalle di Francesco, coscientemente, pesavano il buio, la paura, la disperazione, il dolore dell’umanità. Come non vedere in questo uomo, in questa liturgia, la figura del “Servo di Jave ” descritto dal profeta Isaia (Is 53,4): “erano i nostri mali che lui portava, erano i nostri dolori che pesavano sulle sue spalle... Il mio servo giusto... portó i peccati di molti, ha interceduto per i peccatori... Grazie a lui il Progetto di Dio trionferà.  Per avere offerto la sua vita in espiazione, vedrà la luce”.

Oltre a questi gesti profetici, la sua voce si è alzata per commentare e adattare al nostro tempo il vangelo di Marco, “La tempesta sedata” (Mc 4,35). Riportiamo qui alcune frasi: “Non ci siamo fermati davanti ai tuoi appelli Signore, non abbiamo aperto gli occhi davanti a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, il grido del nostro pianeta gravemente malato... Da questo luogo che testimonia la fede rocciosa di Pietro, mi piacerebbe in questa serata affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolatore, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dà la salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura, ma la nostra fede è debole, ci sentiamo timorosi. Signore non lasciarci in balia della tempesta. Insieme con Pietro gridiamo, confidiamo in te Signore, perché tu ti preoccupi di noi. In questa Pasqua ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: Gesú é risorto e vive accanto a noi”.

Il mondo non sarà mai come prima. Pensiamo al nuovo mondo che potrebbe e dovrebbe sorgere con la fine della pandemia. Accettando l’invito di Francesco, in questa Pasqua celebrata all’interno delle nostre case, rinnoviamo il nostro cuore, facciamo il proposito di “aprire gli occhi davanti a guerre e ingiustizie planetarie, ascoltare il grido dei poveri, ascoltare il grido del nostro pianeta gravemente malato”. Con Francesco anche noi ringraziamo gli eroi anonimi che lottano sul fronte della ricerca, degli ospedali e dei servizi essenziali.

In questa Pasqua memorabile, rinnoviamo la nostra fede e la nostra speranza.

Guglielmo e Rosi