Formazione

E' questa la sfida educativa che siamo chiamati ad affrontare. La prima alfabetizzazione è restituire alle persone il senso del valore immenso della propria e altrui esistenza, dignità e unicità. Aiutarle ad acquisire gli strumenti necessari a comprendere cosa rende l'uomo autenticamente umano per consentirgli di vivere e condividere quei valori universali che inseriscono ogni persona nella grande famiglia umana, rendendola così cittadina del mondo con le proprie diversità individuali, storiche, culturali e religiose. 

Ma per questo bisogna imparare a vivere da uomini e donne su questa terra, come cittadini di un unico pianeta ed è questa l’alfabetizzazione primaria di cui tutti abbiamo urgente bisogno, Nord e Sud del Mondo. Senza questa pre-alfabetizzazione la stessa istruzione può diventare strumento di di-struzione.

Il mondo ha bisogno di sapienza ancora prima che di scienza e la comprensione e la messa in comune delle proprie unicità sono il volto della saggezza moderna, che così può capitalizzare i risvolti positivi della globalizzazione.

La principale ricchezza che l'OPAM è chiamata a ridonare sta nella relazioni che ha la possibilità di intessere con persone di ogni parte del Mondo, soprattutto di quei Paesi che hanno difficoltà a far sentire la propria voce e a far conoscere il proprio pensiero, la propria visione del mondo e della vita. Ed è proprio attraverso queste relazioni la riscoperta del valore immenso dela la reciprocità nell'aiutarsi a crescere come persone.

Gemellaggi fra scuole, corsi di formazione per gli insegnanti, convegni... rappresentano strumenti importanti per affrontare le nuove sfide educative alle quali siamo chiamati a rispondere, nella lotta all'analfabetismo e ad ogni forma di sottosviluppo umano, non solo quello legato alla povertà di mezzi economici ma anche a quello legato alla povertà di umanità. L'intento è quello di contribuire a far emergere e recuperare l'umanesimo custodito proprio nel limite e nella fragilità umana, per sconfiggere questo "umanesimo fragile" che mette l'uomo e i suoi bisogni più profondi alla periferia di se stesso e di ogni agire (dalla relazione di Don Aldo Martini al Convegno per i 40 anni dell'OPAM)