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Natandol, 18 Novembre 2020
Reverendo Don Robert e cari Amici dell’OPAM
il villaggio di Natandol nell’isola di Iling è stato risparmiato da ogni contagio da Covid-19. Non poteva essere che così visto che l’isola è stata isolata fin dagli inizi della pandemia. La paura e la consapevolezza di non avere nessuna struttura sanitaria ha fatto decidere alle autorità locali di bloccare i trasporti navali. Chi aveva il lavoro fuori dell’isola ha avuto solo pochi giorni per decidere se rimanere nel luogo del lavoro per tutto il lockdown o rientrare in famiglia, con la conseguente perdita dell’impiego. La maggior parte ha scelto il rientro anche perché molti servizi e attività sono state chiuse, i lavori fermati.
Era il 15 marzo quando anche il Centro OPAM ha dovuto chiudere i cancelli.
I piccoli della scuola materna si stavano preparando al termine dell’anno scolastico mentre i ragazzi del Doposcuola attendevano la breve pausa, per riprendere poi le attività estive come programmato. Ma il lockdown ha obbligato tutti a stare nelle proprie case. Dopo più di un mese le autorità hanno permesso alcuni spostamenti per lavoro, ma solo sull’isola. Quindi i pescatori sono potuti ritornare in mare in un’area limitata e gli agricoltori a lavorare nei campi. Non c’erano risorse sufficienti per tutti e durante il mese di maggio, non potendo
aprire la nostra mensa, abbiamo inviato dei pacchi con viveri ai ragazzi del Centro OPAM e loro famiglie.
Nel mese di giugno abbiamo chiesto il permesso di riprendere il Doposcuola, in attesa dell’inizio del nuovo anno scolastico. Ed è stato possibile farlo grazie al fatto che le insegnanti risiedono tutte nel villaggio. Ovviamente ci è stato chiesto di osservare strettamente le norme stabilite dall’ufficiale sanitario, di rispettare le distanze e limitare il numero dei ragazzi. Queste restrizioni all’inizio non ci sono sembrate un grande ostacolo ma dopo tre settimane abbiamo capito che erano invece molto limitanti e solo pochi ragazzi potevano frequentare le lezioni.
Seguendo le indicazioni della direzione didattica locale e del Ministero dell’Istruzione di preparare una serie di lezioni, corredate di testi per la lettura e di esercizi vari per consentire lo studio agli alunni nelle loro case, abbiamo deciso di preparare noi il materiale didattico per i ragazzi e per i genitori dei bambini delle prime classi elementari. Un lavoro delicato che ha richiesto fatica e tempo e che siamo convinte porterà i suoi frutti anche in futuro.
I 70 ragazzi iscritti al progetto Doposcuola hanno quindi ricevuto il materiale ed i testi per lo studio. Non potendo organizzare incontri con i genitori, le insegnanti del luogo aiutate anche dalle suore hanno elaborato indicazioni chiare e semplici per dare loro modo di seguire lo studio dei figli. Ed è stato davvero molto bello vedere l’interesse e l’impegno da pare dei genitori. Pensate che alcuni di loro sanno scrivere appena il loro nome, con umiltà hanno chiesto aiuto ai vicini e tutti sono stati disponibili. Oltre a queste lezioni preparate per la situazione attuale, sono stati acquistati altri testi di studio utili per ogni ragazzo.
E’ stato acquistato anche un laptop per il Centro, sia per agevolare il lavoro delle insegnanti sia per la visione di alcuni documentari inerenti la didattica.
Alla fine di settembre è iniziato il nuovo anno scolastico a distanza, un modo nuovo di insegnare che si è rivelato subito difficile per la mancanza di mezzi tecnologici adeguati. Lo sforzo da parte di tutti è ammirevole e certamente il Centro OPAM è di grande supporto, rimane aperto a tutti i ragazzi che hanno bisogno di materiale o assistenza.
La nostra mensa ha fornito i pasti come di consueto fino al 15 Marzo, poi ha cambiato stile di servizio. All’inizio il pasto quotidiano, previsto per i 60 bambini della scuola materna e i 70 alunni delle elementari e medie che frequentano il Doposcuola, è stato sostituito da pacchi viveri. Quando poi c’è stata più libertà di movimento, abbiamo deciso di preparare tutti i giorni il pranzo, da consumare a casa. E così, giorno dopo giorno i ragazzi o i loro genitori prendono il pranzo alla mensa e lo portano a casa loro. Le famiglie sono state molto grate per questa iniziativa che consente la condivisione con gli altri fratelli ed in questo periodo è davvero una grande fortuna avere ogni giorno un pasto.
Grazie di cuore per averci dato la possibilità di svolgere l’opera educativa e di sostentamento alimentare anche in questo tempo di maggiore necessità.
Oltretutto, quest’anno i tifoni sono stati più numerosi del solito e anche particolarmente violenti, desidero ringraziarvi a nome delle famiglie che nei momenti di pericolo trovano rifugio al Centro OPAM, unica costruzione solida e sicura sull’isola.
Grazie!
In queste righe ho raccontato le difficoltà incontrate durante la pandemia ma soprattutto il bene che con il vostro aiuto è stato possibile realizzare. Il Natale è vicino, quest’anno sarà celebrato in un’atmosfera diversa che riflette le incertezze e la fatica di questo tempo. Il virus attacca la salute, il lavoro e le risorse economiche, ne siamo consapevoli tutti.
Il Signore continui a sostenere il vostro grande operato, benedica e protegga tutti i benefattori e rinnovi nel cuore di tutti la speranza.
Suor Rosanna Favero