Prog. 2157 (India) --- pubbl. Ottobre 2021

 
 

AGGIORNAMENTO DALLA SCUOLA DEI PICCOLI MALTOS

 

 Clicca sulla foto per vedere l'album 

 Satia 

Carissimi Amici dell'OPAM,

saluti da parte di tutto lo staff e degli studenti della “Jeevan Jyoti Middle School”! Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine perché la vostra generosità ci ha permesso di assicurare uno stipendio dignitoso ai nostri insegnanti che hanno potuto svolgere con maggior serenità ed entusiasmo il loro lavoro. 

La nostra scuola-ostello è frequentata dai bambini Paharia (nome con cui vengono chiamati i tribali) di etnia Maltos, una popolazione particolarmente vulnerabile. Vivono in villaggi sparsi sulle colline del Rajmahal. La gente deve scendere da una collina e scalarne un'altra per raggiungere il villaggio successivo e di conseguenza ogni villaggio è un microcosmo isolato in cui la gente vive dei frutti, delle radici, delle foglie che si trovano sulle colline e di caccia. Lo sviluppo di queste popolazioni ci sta a cuore ed è per questo che siamo impegnati a loro fianco per aiutarli ad avere gli strumenti necessari per prendere in carico il proprio destino e favore dell’autosviluppo. Per questo è nato il Centro Sociale “Paharia Seva Samiti”, a Satia. Satia è un luogo strategico - ai piedi delle colline dove sorgono i villaggi dei Paharia. Da questo Centro raggiungiamo quasi 150 villaggi in un raggio di 30 km che coprono i distretti di Sahibganj, Pakur, Godda e Dumka. Abbiamo avviato una scuola residenziale motivando i Maltos a mandare i loro figli a scuola. Dopo un grande lavoro di sensibilizzazione per far comprende l'importanza dell'istruzione ad una popolazione analfabeta, oggi abbiamo quasi 300 studenti iscritti di cui il 40% sono ragazze. È un grande risultato per la comunità Paharia il fatto che i loro bambini ricevano una buona educazione. Frequentando la scuola avranno la possibilità di valorizzare la propria cultura, sviluppare i propri talenti e dare una speranza ai loro sogni. 

Il Covid-19 è stata un’esperienza molto scioccante anche per noi, sentivamo parlare di coronavirus e della sua diffusione in Italia e negli altri Paesi, ma ci sembrava un problema “molto lontano”. Nel marzo 2020 ci siamo però resi conto che aveva raggiunto anche l’India. All’improvviso c’è stato l’isolamento e a nessuno è stato permesso di uscire di casa. Il “Paharia Seva Samiti” di Savia si è messo a disposizione del governo per realizzare programmi di sensibilizzazione e prevenzione nei diversi villaggi. A causa del lockdown molti lavoratori dei nostri villaggi sono rimasti bloccati in luoghi distanti dalle loro case con conseguenti ulteriori problemi, e al loro rientro è stata imposta la permanenza di due settimane in centri di isolamento. Anche la nostra scuola durante lo stop dell’attività didattica è stata utilizzata per questo scopo. Dal primo gennaio 2021 sono ricominciate le lezioni per gli studenti delle classi IX e X. Poi però, è arrivata la seconda ondata, che è stata peggiore della prima colpendo tutta l’India e interessando anche i villaggi rurali. A maggio del 2021 avevamo quasi 400.000 casi al giorno e una mortalità di circa 30.000 al giorno. Siamo stati impegnati in una campagna di sensibilizzazione per convincere i Paharia di 40 villaggi a vaccinarsi e così oggi il 60% della popolazione adulta ha ricevuto almeno la prima dose. 

Le scuole non sono ancora aperte ufficialmente, tuttavia l’amministrazione locale ci ha permesso di tenere i bambini con noi perché sanno che nel nostro ostello possono ricevere cure e protezione. Dal 1° luglio 2021 sono rientrati gli studenti dalla IV alla VII classe, 160 in tutto e dal 1° settembre anche i più piccoli. Visto che le altre scuole sono ancora chiuse, molti bambini hanno chiesto di essere accolti nel nostro ostello e frequentare la scuola. Attualmente abbiamo 608 studenti seguiti da 14 insegnanti. Ci vorrà del tempo per tornare alla vita normale e perché famiglie povere come le nostre riescano ad uscire dalla situazione di miseria in cui la pandemia le ha costrette. Anche se c’è la paura di una possibile terza ondata, noi continuiamo la nostra opera cercando di infondere speranza e sostenere i più bisognosi. 

Ancora una volta grazie! Vi auguriamo ogni bene e vi assicuriamo la nostra preghiera. 

 

Padre Thomas Kavalakatt 

(Direttore del Centro)

Per tornare al progetto