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Acqua potabile per 3 scuole
CONTESTO. Guziliamparai è nello stato del Tamil Nadu nel sud-est dell’India. Il villaggio è circondato da altri 30 villaggi, 10 cristiani e 20 non cristiani, e in essi vivono 10.659 famiglie, in massima parte appartenenti ai fuori casta, i dalit, comunità tenute ai margini della società e oppresse dagli indù delle caste superiori, e per questo ancora più povere dei poveri. Il territorio è arido, privo di sorgenti di acqua permanenti, solo il 20% dei terreni coltivabili sono irrigati da pozzi e serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana, il rimanente dipende interamente dalle piogge monsoniche. Gli abitanti sono in maggioranza semplici manovali che lavorano fabbricando mattoni per compensi miseri, insufficienti per sostenere le famiglie con paghe giornaliere spesso corrisposte in ritardo. Parecchi sono i bambini e ragazzi che, troppo poveri, non possono andare a scuola o l’hanno abbandonata e accompagnano i genitori lavorando anch’essi a fabbricare mattoni. Gran parte delle abitazioni sono capanne che, non resistendo alle forti piogge o ai venti, devono essere continuamente riparate, le persone sono in balia degli eventi naturali che causano molte sofferenze, durante la stagione delle piogge sono costrette a cercare riparo in chiesa. L’intera area è sottosviluppata economicamente, culturalmente e sotto il profilo sociale e dell’istruzione. La maggior parte della popolazione è costituita da donne e bambini, e le mamme, con i mariti e i giovani lontani per lavoro, hanno grandi difficoltà a gestire le famiglie. La mancanza d’acqua potabile è causa di molte malattie: dissenteria, tifo, gastroenterite sono molto diffuse.
PROGETTO. In questo contesto operano Le Suore Francescane di San Tommaso, una congregazione fondata nel 1978 con missioni in 8 diocesi dello stato del Tamil Nadu. Dal 2007 sono nella parrocchia di Guziliamparai, su invito del vescovo della diocesi di Dindigul, dove, oltre alle attività pastorali, le suore operano nel settore sanitario, dell’educazione e dello sviluppo sociale a fianco dei poveri ed emarginati. “Qui – ci scrive Suor Mariammal, Superiora Generale – le persone hanno grandi difficoltà nel cercare l’acqua potabile e l’agricoltura è praticamente ferma. La siccità è diventata un problema permanente, decimazione del bestiame, scarsità del foraggio hanno costretto molti a indebitarsi per sopravvivere, a migrare in altre regioni, a fare lavori miserandi. I più poveri, i dalit, vengono ulteriormente emarginati. E le più colpite sono le donne, devono cercare l’acqua facendo da due a cinque chilometri a piedi ogni mattina presto, prima di occuparsi dei bambini, della famiglia per poi andare anche a fare qualche lavoro umile. Tra le strutture educative e di sostegno che noi suore gestiamo ci sono tre istituti gratuiti per i più poveri situati nello stesso campus: il St. Thomas Day Care Center, un asilo dove vengono accolti i bambini che resterebbero soli a casa durante il giorno mentre i genitori vanno a lavorare: 58 bambini vengono seguiti e curati fino a sera, mangiano, giocano, apprendono le nozioni di base e vengono preparati agli studi successivi; la St. Thomas Evening School, una scuola serale dove 50 bambini e ragazzi, senza discriminazioni di casta o religione, vengono istruiti su materie pratiche della vita di tutti i giorni (sanità, igiene, aspetti sociali, ecc.) e le bambine imparano a conoscere gli aspetti, i rischi, i problemi della sfera sessuale femminile, oltre ai primi rudimenti di un mestiere; la St. John de Britto Primary School, una scuola primaria nata nel 2001 per fornire educazione di qualità ai bambini poveri dei villaggi vicini, frequentata oggi da 150 bambini con 9 insegnanti. Questa scuola, accolta con enorme interesse dalle comunità, vede le richieste di iscrizione in continuo aumento. Il problema principale nel campus è quello della mancanza di acqua, esasperato dalla siccità, che impedisce anche lo sviluppo delle attività del campus. La quantità di acqua disponibile non è più sufficiente e dobbiamo acquistarla all’esterno a un caro prezzo, ancora peggio è durante i mesi estivi. La carenza d’acqua e la poca igiene causano il diffondersi di malattie, è diventato urgente costruire un sistema per portare l’acqua potabile agli studenti, ai bambini e al personale del campus. Per questo chiediamo l’aiuto dei benefattori dell’OPAM per scavare un pozzo (“borewell”, pozzo lungo e stretto) con pompa a motore, tubazioni e serbatoi di plastica. Il costo del progetto è di 4.596 €, il contributo locale può arrivare a 646 € per cui vi chiediamo di coprire il restante importo con un contributo di 3.950 €. Beneficeranno del progetto anche le famiglie di queste comunità povere e disagiate. Vi ringraziamo in anticipo per la vostra generosità.”