Clicca sulla foto per vedere l'album
Dalit a scuola: emergenza nell’emergenza
CONTESTO. Darsi è una città del distretto di Prakasam, nello stato indiano dell’Andra Pradesh. La sua popolazione è di circa 33.418 abitanti, in massima parte costituita da contadini dalit e fuoricasta che vivono della misera paga giornaliera. Dal 1993 i Gesuiti si occupano dell’educazione dei bambini Dalit di questa zona dove la scolarizzazione è resa difficile dalla povertà e dagli spostamenti delle famiglie che da marzo a ottobre vanno in cerca di lavoro nelle piantagioni di tutto lo stato.
In questi mesi i bambini restano a casa con i nonni, o seguono i genitori nelle loro migrazioni perdendo la possibilità di andare a scuola. I maschi dai 13 anni in su lavorano con i genitori, le bambine si occupano dei fratelli più piccoli. A Darsi i Gesuiti, per assicurare la scolarizzazione di questi piccoli, gestiscono la ”St. Xavier’s High School”, una scuola che oggi ha l’intero ciclo primario e secondario con la possibilità di residenza negli annessi ostelli.
PROGETTO. La richiesta di sostegno a questo progetto ci giunge da p. Elango Arulanandam, Direttore del Settore Sviluppo della Provincia dei Gesuiti dell’Andhra Pradesh. “La situazione per il Covid-19 qui in India -scrive p. Elango - ha assunto dimensioni impressionanti con migliaia di morti e i numeri dei contagi che continuano a salire, giorno dopo giorno. Inoltre la crisi economica sta aggravando drammaticamente le immense disparità sociali esistenti e quelli che non muoiono per il coronavirus rischiano di morire di fame e di altre malattie.
Le scuole hanno riaperto con immense difficoltà il 21 settembre, e, per motivi di distanziamento, ci è stato imposto di alternare per gruppi le lezioni in presenza e le lezioni on line… ma i costi per dare gli strumenti necessari a tutti sono enormi. Le famiglie di lavoratori migranti non hanno potuto lavorare con conseguenze catastrofiche, inoltre i bambini non possono risiedere negli ostelli che al momento non possiamo riaprire. Questo significa che oltre 500 bambini che prima ospitavamo ora tornano a casa dopo aver frequentato la scuola. Ma l’impegno per sostenere le spese per la loro sopravvivenza, la loro salute e la loro educazione, invece di diminuire, aumenta sia perché è cresciuto il numero di chi si trova in condizioni disperate sia perché i prezzi sono saliti.
Chiediamo alla generosità dei benefattori dell’OPAM di aiutarci a mantenere agli studi almeno 40 bambini per un anno, con un contributo di 225 € per ogni bambino.
Con il vostro sostegno sarà possibile provvedere alla loro alimentazione, alla loro igiene e salute, e sostenere le spese scolastiche (materiale didattico, stipendi agli insegnanti, formazione a distanza).
Contiamo sulla vostra comprensione e tempestiva collaborazione per non interrompere per sempre la possibilità di assicurare un’educazione a tanti bambini.”