15 FEBBRAIO 2014 - ALL'OPAM IL SEMINARIO DI EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA'

 

"COSTRUIAMO LA SCUOLA DEL DOMANI"

 

 

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"Costruiamo la scuola del domani"

 

E' un sabato mattina, il giorno libero per la maggior parte degli insegnanti, eppure la sala della sede OPAM è piena, le aspettative sono molte, relatori e partecipanti attendono che si inizi.

Apro i lavori con un breve saluto e ringraziamento ai convenuti, che sono numerosi e di differente provenienza sia per luogo sia per ambito lavorativo, e cedo la parola a Mons. Aldo Martini, presidente dell'OPAM, per un benvenuto.

Il breve filmato dal titolo "VADO A SCUOLA - Analisi logica di un sogno", preparato da Anna Maria Errera per un'iniziativa del cinema Farnese rivolta alle scuole di Roma, introduce anche emotivamente a riflettere sull’educazione alla mondialità. Abbiamo cominciato da appena 10 minuti, eppure si avverte già un desiderio di partecipazione, di condivisione, le immagini del “corto” hanno creato un legame fra noi e quella parte del mondo che desideriamo incontrare in questa giornata.

Le relazioni della prof. Maria Urso, Dirigente scolastica del Liceo Dante Alighieri di Roma, e del prof. Antoine Marie Zacharie Igirukwayo, docente di Teologia Morale e Spiritualità presso la Facoltà Teologica della Pontificia Università Teresianum di Roma, sono ricchissime di spunti di riflessione. Pur affrontando sotto aspetti diversi la tematica della mondialità, hanno un filo che li lega: l'attenzione per l'altro, la cultura della reciprocità. Il mondo della scuola e dell'Università devono cercare il bene della persona, dobbiamo scoprire il volto dell'altro. Se vogliamo vivere bene abbiamo bisogno delle differenze, dobbiamo credere nell'altro.

La platea è attentissima: le parole dei relatori scuotono, suonano come un richiamo, si fanno eco l'una con l'altra, non lasciano indifferenti.

Il silenzio si rompe solo nella pausa caffè, durante la quale i partecipanti avvicinano i relatori, si presentano, fanno domande, si scambiano opinioni.

L'intervento del prof. Fabrizio Consorti riscalda ancora di più l'atmosfera: dopo una breve illustrazione delle finalità generali e formative dell'OPAM, mette tutti al lavoro proponendo un piccolo esercizio di progettazione da svolgersi in 5 minuti: ciascuno deve scrivere due competenze specifiche da sviluppare a scuola nei ragazzi sui temi:

Sviluppo/Vita; Individuo/comunità; Abitare il mondo (ripetizione/unicità, sostenibilità, passato/presente/futuro, bellezza/bruttezza); Tempo; Linguaggio (orale, scritto); Cura di sé.

Un semplice pranzo offerto nella sede dell'OPAM a base di panini, pizza ripiena e dolcetti non rompe il clima che si è venuto a creare tra tante persone che non si erano mai incontrate. Ne approfitto per parlare con alcuni colleghi che con le loro classi attuano l'esperienza del gemellaggio scolastico, chiedo loro se siano disposti a collaborare a distanza per progettare altre occasioni formative, per implementare il settore educativo OPAM.

E subito dopo la pausa, la sala conferenze si trasforma in una sala cinematografica. La dott. Lorenza Garrino ci presenta brevi spezzoni di tre film: La musica nel cuore, Scoprendo Forrester e Gran Torino. Il cinema nella formazione è una pratica consolidata per la sua capacità di attivare gli aspetti emotivi e riflessi e viene perciò utilizzato anche per diffondere buone pratiche relative all'interculturalità. Nel dibattito guidato che segue la proiezione un pensiero ci attraversa la mente: mettersi dal punto di vista dell'altro risulta sempre vincente, apre prospettive di futuro.

E' giunto il momento di dare la parola alle scuole, ai docenti e agli studenti impegnati nei gemellaggi perché raccontino la loro esperienza. Le professoresse Di Nardo e Asprella del Liceo Giordano Bruno di Roma e le loro studentesse ci fanno vedere come la corrispondenza con le ragazze di Aboke (Uganda) si stia trasformando in una vera e propria indagine socioculturale. La prof. Manara della scuola secondaria di 1° grado Dante Alighieri di Verona ci parla del gemellaggio della sua classe con una scuola delle Filippine e delle notizie che si sono scambiate nonostante quelle zone siano state colpite dal tifone.

Interviene poi Rita Matturro, laureanda in Scienze della formazione e stagista presso l'OPAM, che studia gli ordinamenti scolastici di diversi Paesi (Burkina Faso, Brasile, India) affermando che c'è davvero molto da imparare dal contatto con altre realtà.

Senza quasi accorgercene si è arrivati all'ora prevista per la chiusura; chi è venuto da fuori deve affrettarsi per non perdere il treno. Prendo la parola per fare un brevissimo bilancio della giornata e lanciare qualche idea per il futuro: creare una rete di scuole e insegnanti interessati a proseguire un discorso formativo, utilizzare la rivista OPAM per raccontare le esperienze dei gemellaggi, coinvolgere altri insegnanti all'interno delle proprie scuole e... mettersi tutti in gioco per diffondere l'educazione alla mondialità.

La conclusione è affidata ancora ad una slide, con la poesia Ode al pane di Neruda. 

Il saluto e il ringraziamento finale di mons. Martini si concretizzano in un dono ai partecipanti al seminario: la fiaba I Quattro Beniamino di Silvia Nadalini. “Beniamino aveva capito che l’amore non si può trattenere, ma si può solo dare… e che quando si dà e si condivide, l’amore si moltiplica” (p. 13). Questa la missione dell’OPAM, oggi e domani.

Un caloroso applauso dei partecipanti chiude definitivamente il seminario.

Dopo aver salutato e ringraziato tutti, felice di aver finalmente incontrato persone con le quali ero in corrispondenza da anni, torno per un attimo con la mente al giugno scorso, quando insieme a Bona Torre lanciai l'idea di organizzare un evento formativo per insegnanti. Avevo chiari gli obiettivi e qualche contenuto... non speravo proprio di poter costruire un evento di livello così alto. Desidero perciò esprimere un grandissimo grazie a tutti coloro che con affetto e disponibilità hanno collaborato alla sua realizzazione.

Carla Degli Esposti

Settore Educativo e Gemellaggi OPAM