Siamo un gruppo di insegnanti in pensione che prestano la loro opera presso l’OPAM. Mentre qui gli altri, impiegati e volontari, si occupano di progetti per lo studio e di adozioni a distanza (finalizzate a far studiare i bambini dei Paesi in Via di Sviluppo), noi ci siamo proposte lo scopo di sensibilizzare i nostri alunni a quanto succede nel mondo e, allo stesso tempo, di far nascere amicizie fra loro e i coetanei che studiano nei Paesi poveri.
Le difficoltà sono tante: la posta di queste nazioni è ancora più lenta che da noi (e generalmente le scuole più povere non dispongono di altri mezzi per comunicare); tuttavia abbiamo concluso l’anno scolastico 2008-2009 con ben 18 gemellaggi. I nostri corrispondenti, che rispondono con vivo entusiasmo, crescono in Africa, in Asia e nell’America Latina. Qualche volta, dopo lunghe attese di risposta, arriva un fascio di letterine corredate da foto, ricerche ed altro, accompagnato da cortesi domande di scusa per il ritardo: la guerra o la guerriglia hanno invaso le aule; i bambini si sono rifugiati sotto i banchi e hanno assistito, con la paura che si può immaginare, a scontri a fuoco. Altri hanno risposto dopo che avevano potuto superare le conseguenze di uno tsunami o di un terremoto. Altri, purtroppo (per esempio dal Sudan) non hanno risposto più.
Eppure questi alunni si lamentano ben poco e ci fanno scuola, con la loro voglia di vivere e con la loro speranza di prepararsi, studiando, un futuro migliore.
Gli insegnanti italiani commentano positivamente l’esperienza di questi gemellaggi. Alcuni di essi ci hanno detto:
“Lo stimolo indotto dal progetto e dall’avvio di una “amicizia distante” ha contribuito ad avvicinare i bambini alla conoscenza di un Paese nuovo, oggetto di un interessante lavoro in classe.”
“L’esperienza del gemellaggio è stata un po’ la conclusione di un percorso iniziato da questa classe fin dalla prima elementare e continuata negli anni successivi sulla tematica dell’amicizia e della solidarietà. Alla fine della quarta, la classe, come solidarietà concreta, ha devoluto all’OPAM il ricavato (circa 300 euro) della mostra dei lavori realizzati durante l’anno. Per gli alunni la corrispondenza con la scuola indiana è stata positiva, perché ha contribuito a sensibilizzare gli alunni, a farli riflettere e a renderli consapevoli del valore dell’alfabetizzazione nel mondo. Durante l’anno, prendendo spunto dalla lettura e dalla discussione collettiva della lettera di presentazione della scuola indiana, sono state messe a confronto due diverse realtà: i loro problemi e i nostri problemi, la scarsità delle loro risorse, soprattutto dell’acqua potabile, ed il nostro spreco.”
I nostri alunni sono i cittadini di domani. Sicuramente non lasceranno il mondo nelle stesse situazioni in cui lo hanno trovato: lo lasceranno peggiore, se si comporteranno male; e anche se non faranno niente per migliorarlo. L’esperienza dei gemellaggi ci dà la speranza che domani essi saranno cittadini più consapevoli di una socialità aperta e solidale.