Maggio 2015 - Kisangani: dalla strada alla scuola

Scrive P. Giovanni Pross, responsabile del Centro Adozioni che anni si prodiga per il recupero dei ragazzi di strada offrendo loro educazione, istruzione, cibo, cure e… affetto.

 

 

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Cari amici,

spero stiate tutti bene. Mi scuso per il ritardo con il quale vi giungono notizie dal Centro St. Laurent, ma le iniziative per i 25 anni di fondazione e le normali complicazioni di vivere in questa realtà ci stanno impegnando molto. Qui le cose procedono con le gioie ma anche le tante difficoltà di ogni giorno, fra cui la morte di Lilly, moglie di un educatore del Centro che aveva iniziato con me questa esperienza educativa 25 anni fa.

Le attività del settore alfabetizzazione hanno incontrato alcuni problemi, specialmente negli ultimi due mesi. Sono problemi legati soprattutto all’instabilità di alcuni alunni che hanno abbandonato le lezioni per ritornare a vivere al mercato centrale della città. Uno di questi è al primo livello, altri due sono al secondo. Si tratta di alunni che sono al Centro St. Laurent da poco tempo, ancora con una certa nostalgia della vita in strada.

Ci sono stati dei nuovi arrivi ad attività già iniziata: due per il primo livello, quattro per il secondo. L’effettivo attuale è di 37 alunni al primo livello (11 femmine e 26 ragazzi). Al secondo livello sono 19 (5 femmine e 14 ragazzi). Il totale è quindi di 56 alunni.

Questa cifra è quasi raddoppiata rispetto a quella dello scorso anno perché, prima che iniziasse l'anno scolastico, molti nuovi ragazzi sono venuti a vivere al Centro.

Fortunatamente la Provvidenza usa anche il cuore della gente del posto. Ci sono persone che ci portano un sacco di fagioli o di riso, del sapone, qualche vestito. Sono gesti che ci fanno capire che la popolazione locale sta prendendo coscienza delle situazioni di questi bimbi e ragazzi. Le autorità sono meno sensibili e quando fanno un gesto lo devono fare davanti a telecamere e microfoni per farsi pubblicità. Ma ho fiducia che il Signore farà miracoli e riusciremo a provvedere ai tanti bisogni di questi piccoli.  

Le lezioni seguono il programma previsto per le ‘scuole speciali’. Le valutazioni sono quotidiane, mensili e quadrimestrali per gli alunni che sono sempre presenti. Per chi invece fa qualche giorno di assenza o per gli ultimi arrivati, è impossibile fare valutazioni credibili. Ci sono sempre delle lacune da riempire e spesso è necessario che essi ripetano l'anno.

Due alunni del secondo livello si sono distinti. Arrivati analfabeti due anni fa, hanno preso a cuore la scuola, e il prossimo anno saranno certamente inseriti nelle scuole regolari, nelle classi corrispondenti alla loro preparazione.

A parte i ‘nostalgici del mercato e della strada’, il resto degli alunni prosegue bene: ritardi, assenze e indisciplina sono quasi totalmente assenti. Il merito va alla vigilanza e alla capacità di accompagnamento degli insegnanti, che fanno davvero l'impossibile per occuparsi con amore di ciascuno.

Gli alunni, come sapete, coltivano gli orti della comunità come attività complementare e come partecipazione alla vita del Centro che trasmette loro le competenze necessarie per la vita futura. In questo settore, i prodotti seminati e raccolti sono: arachidi, patate dolci, mais, erba cipollina, spinaci, manioca.

Tra le difficoltà incontrate dagli insegnanti, possiamo enumerare queste: il livello

molto basso dei ragazzi che riprendono le lezioni dopo qualche anno di assenza dalla scuola, l’instabilità di quanti sono ancora attirati dalla strada e dal mercato, i piccoli furti di materiale scolastico tra gli alunni e la carenza di materiale didattico per alcune materie. Il gruppo è aumentato sensibilmente ed è abbastanza logico che non tutti siano motivati, specialmente quelli che sono arrivati in ritardo e che hanno ancora un piede nella strada. Per gli altri i risultati sono abbastanza buoni. Il 64% ha superato positivamente gli esami del primo quadrimestre.

Cari amici, a maggio sarò in Italia. Spero in questa occasione di aver la possibilità di incontrare almeno qualcuno di voi all'OPAM. Per ora un saluto, unito al mio ringraziamento e a quello dei ragazzi e degli educatori. Una preghiera.

Padre Gio