Natale 2016

 
DALLA SCUOLA MATERNA, DAL DOPOSCUOLA, DA NATANDOL GLI AUGURI DI NATALE

 

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Dicembre 2016

Carissimi,

arrivando al piccolo porto di Natandol dopo aver lasciato la barca si deve percorrere il sentiero che conduce al centro del villaggio, luogo dove sorge la Cappellina e proprio di fronte a questa, il Centro Opam con la Scuola Materna, il Doposcuola e le Mense, a circa 300 metri la Scuola Elementare.  Chi percorre il sentiero per la prima volta ha l’impressione di essere giunto in un villaggio disabitato, il tetto della Cappella ancora disastrato dopo il tifone  del 2013 sembra voler confermare che nel villaggio non c’e’ vita. Ma non e’ cosi, la vita inizia al mattino presto in Natandol, si accendono i fuochi per cucinare, si va a prendere l’acqua, ci si prepara per la scuola e per il lavoro nei campi o nelle coltivazioni di alghe. L’alba e’ anche l’ora in cui i pescatori rientrano dalla pesca, stanchi, contenti o preoccupati a seconda di come e’ andata la notte. Alle 7 del mattino e’ gia’ ora di avviarsi a scuola, il vocio di piccoli e grandi accompagna i passi che portano alla scuola, sono queste le ore piu’ movimentate, si accudiscono gli animali, riordinano gli spazi casalinghi, ci si aggiorna sulle notizie condivise da buoni vicini e non manca il tempo per qualche chiacchera.  Il sole continua veloce il suo  percorso, il calore si fa piu’ intenso e concilia alla quiete. Anche nelle aule scolastiche le voci si attenuano, il brusio che si sente fa pensare alle api intente al lavoro e nel cuore mi auguro che sia proprio cosi’, che tutti siano intenti a raccogliere il prezioso nettare dell’istruzione. Quando suona la campana per il pranzo le voci riprendono con nuova energia, chi e’ vicino si avvia verso casa mentre molti raggiungono il Centro Opam dove le mamme di turno hanno preparato il pranzo, l’acqua e accolgono con lo sguardo comprensivo con cui ogni mamma sa incoraggiare, richiamare e far sentire che alla Mensa tutti sono fratelli e figli.

Mi colpisce sempre constatare come le attivita’ che grazie all’Opam possiamo realizzare in Natandol contribuiscono a far crescere fraternita’ e solidarieta’. Le mamme ci hanno raccontato la loro soddisfazione nel vedere i bambini consumare avidamente il pasto, quando qualcuno sta poco bene si passano parola affinche’ sia accudito adeguatamente. A volte i bambini arrivano alla mensa con qualche compagno con il quale sono pronti a condividere il pasto.

Il Doposcuola non solo da’ l’opportunita’ di consolidare l’apprendimento scolastico e garantire ai ragazzi  il tempo e gli strumenti necessari per svolgere i compiti ma li aiuta a comprendere che l’impegno vissuto oggi con sacrificio e fatica determina il futuro del loro paese. Le lacune e le fatiche che un ragazzo incontra all’interno di un percorso scolastico lo rendono vulnerabile in tanti aspetti che mettono a rischio non solo l’apprendimento, ma anche la visione di se’ e la concreta opportunità di progettarsi e immaginarsi nel futuro. Grazie all’Opam i nostri ragazzi e le loro famiglie credono in un futuro migliore e sanno che questo dipende da loro.

Natandol rimane un villaggio molto povero, esposto al maltempo e tifoni, situato in una piccola isola dove luce, acqua e  assistenza sanitaria sono ancora un sogno, tuttavia queste poverta’ non impediscono alla speranza di nascere e crescere. Un saggio ha detto che non possiamo dirigere il vento ma possiamo orientare le vele, ci sono ostacoli che rimangono impossibili da cambiare, ma e’ possibile orientare la gente verso orizzonti migliori costruiti sulla speranza, fraternita’, collaborazione, complementarieta’ e solidarieta’. In Natandol l’Opam si e’ fatta  culla dove questi valori nascono, si sviluppano per il bene di tutti.

Mi viene in mente la storia raccontata dagli anziani di Natandol per spiegare l’origine del nome del villaggio. Si racconta che al villaggio giungeva regolarmente una grande barca a vela utilizzata per trasportare legno duro convertito in traversine ferroviarie. Un marinaio della barca a vela si chiamava Nathan, il suo compito era quello di sollevare il legno dalla riva per permettere ai suoi compagni di tirarlo a bordo. Per accelerare il lavoro i suoi compagni gridavano in dialetto Visaya: Nathan! Duhol! (che significa: Forza Nathan, solleva!). Cosi’ il villaggio che ancora non aveva nome, venne chiamato Natandol.

L’arrivo dell’Opam in Natandol mi ricorda l’antica barca a vela attesa come segno di speranza dagli abitanti del villaggio, il marinaio Nathan pronto a farsi ponte per il potenziamento e valorizzazione dei beni locali, la solidarieta’ e collaborazione dei compagni per dimostrare che insieme si possono fare miracoli.   

Mi unisco alla gioia dei piccoli della Scuola Materna, ai bambini e ragazzi del Doposcuola e delle Mense, ai genitori e agli abitanti di Natandol per dirvi grazie, augurarvi Buon Natale e assicurarvi la nostra preghiera davanti al Bimbo Gesu’.   

 Sr. Rosanna Favero