Clicca sulla foto per vedere l'album
Ottobre 2019
Carissimi Amici dell’OPAM,
vi scrivo per darvi alcune informazioni riguardo ai ragazzi da voi sostenuti attraverso il progetto delle adozioni scolastiche a distanza. Già dal mese scorso stiamo preparando la posta natalizia, abbiamo visitato i villaggi e le scuole e quasi tutte le famiglie.
Molti villaggi continuano a soffrire le conseguenze della violenza perché a causa della situazione politica sta aumentando il numero dei ribelli NPA (Nuovo Esercito Popolare), specialmente nei villaggi situati nelle aree interne e nei monti. La guerra alla droga, dichiarata dal presidente Duterte fin dall’inizio del suo mandato, continua a creare vittime, corruzione e violenza anche nei nostri villaggi. Il paradosso è che questa guerra invece di eliminare o diminuire la droga, sembra renderla più accessibile e la quantità che entra nel paese e va in circolazione è sempre maggiore di quella che viene sequestrata nei raid della polizia. Dopo il sequestro avviene sicuramente il riciclaggio... il governo uccide i piccoli spacciatori (quasi diecimila in questi ultimi 3 anni), le chiamano “le vittime in ciabatte” per evidenziare la loro identità di poveri che fanno uso di droga per non sentire la fame e riuscire a continuare a lavorare. Mai sono stati arrestati i boss della droga, quelli che la importano e rivendono, e seppure vengono accusati, trovano l’appoggio necessario per uscirne “puliti”.
Un altro problema che le nostre famiglie sperimentano è la mancanza di sostegno da parte del governo in seguito alle calamità che hanno colpito il settore agricolo. Sono mancati i raccolti, prima a causa degli allagamenti e poi della siccità e nel frattempo il governo ha favorito l’importazione di riso e altri prodotti agricoli che ostacolano la vendita di quelli locali. Molte famiglie hanno fatto i debiti per piantare e coltivare cercando di rialzarsi dopo le recenti calamità, ma sul mercato vengono favoriti i prodotti importati e offerti a prezzi più bassi, di solito dalla Cina. Dio solo sa come questo sia possibile. Mindoro era una delle maggiori province produttrici di riso nelle Filippine, alcune aree sono state trasformate da risaie a coltivazioni di cipolle che in molti villaggi sono rimaste a marcire nei campi per il mancato acquisto. La nostra gente lamenta l’invasione dei prodotti cinesi che sembra non essere controllata dallo stato e sta minando il commercio locale.
Anche per i pescatori la situazione è davvero drammatica. I pescherecci cinesi non solo hanno il diritto di pescare nelle acque territoriali filippine ma, poiché sono più grandi di quelli locali, arrivano ad usare la violenza per tenerli lontani. Un fatto grave è stato riportato a lungo dai mass media: un’imbarcazione di pescatori di Mindoro, del villaggio di Caminawit, è stata speronata di proposito da un barcone cinese tre volte più grande. La barca è andata distrutta e i 22 pescatori sono rimasti in acqua per più di 20 ore con la speranza di essere visti da qualche nave di passaggio. La barca che li ha speronati li ha lasciati deliberatamente in acqua, un fatto molto grave. Fortunatamente, tutti gli uomini sono poi stati soccorsi e portati in salvo da un peschereccio vietnamita. La loro denuncia non ha trovato l’appoggio delle autorità, solo grazie ai mass media si è potuto conoscere la loro storia, le fatiche che devono affrontare ed i soprusi che sono costretti a subire. Molti dei pescatori coinvolti in questa vicenda sono padri o familiari dei nostri ragazzi, abbiamo visto le loro lacrime quando, finalmente, hanno potuto riabbracciarli. Loro non avrebbero voluto ritornare in mare perché la paura è stata grande, ma come provvedere alla famiglia? Sono riusciti almeno ad ottenere un risarcimento per ricostruire la barca, ma persiste la presenza dei grandi pescherecci stranieri nelle acque territoriali e la conseguente scarsità di pesce che rendono difficile la sussistenza.
Sono realtà determinanti per la sopravvivenza delle nostre famiglie e vediamo la loro volontà di mantenere accesa la speranza e di combattere, tuttavia non mancano decisioni sbagliate e con grande tristezza abbiamo constatato un numero sempre maggiore di famiglie separate, un consumo eccessivo di alcol e casi di violenza domestica.
Queste ed altre situazioni di disagio hanno spinto alcune famiglie a lasciare l’isola. Anche due ragazzi del vostro gruppo non si trovano più a Mindoro e dobbiamo chiedervi di sospendere il loro sostegno. Hanno lasciato il villaggio a causa di problemi che hanno coinvolto le famiglie e i genitori hanno quindi deciso di trasferirsi altrove. Sappiamo che continuano a frequentare la scuola vicino alle loro nuove abitazioni. Vi prego di ringraziare i loro benefattori, siamo certe che non saranno dimenticati dai loro ragazzi.
Un grande grazie ed un abbraccio, continuiamo a camminare insieme e a credere in un mondo più sano e giusto per tutti.
Sr. Rosanna Favero, MSBS