Prog. 2072 Settembre 2015

LOCALITA': Loto (Rep. Dem. del Congo)   
DIOCESI:   Diocesi di Kole
TITOLO:    Completiamo il refettorio del seminario St. Kisito
COSTO:   8.850 € 
FINANZIATO

 

 

Completiamo il refettorio del seminario St. Kizito

 La diocesi di Kole, nella Rep. Dem. del Congo, copre un territorio molto vasto in una zona isolata in cui la vita si svolge in condizioni assai dure, mancano strade percorribili con automezzi, ci si muove quasi unicamente a piedi o con le biciclette e le moto, ma sono pochi i fortunati che ne hanno una. Il resto dei trasporti avviene in canoa finché si può e in bicicletta per centinaia di chilometri (Loto dista 250 km da Lomela e Kole, le città più importanti). Da tempo ormai l’OPAM interviene in questi luoghi realizzando diversi progetti per favorire l'alfabetizzazione e con essa migliorare la qualità di vita delle persone. Come gli amici dell’OPAM sanno il seminario minore diocesano "St. Kisito" di Loto è fra i centri di cui l’OPAM sta sostenendo lo sviluppo sia attraverso le adozioni di gruppo dei suoi seminaristi sia migliorando le condizioni delle strutture del seminario. La scuola del seminario rappresenta l'unica possibilità di istruzione secondaria per la gioventù della zona nel raggio di centinaia di km. E' frequentata attualmente da 150 alunni, dai 12 ai 20 anni di età, che vivono nell'internato per almeno 9 mesi l'anno. Il seminario sorge al centro della diocesi e accoglie non solo ragazzi dal territorio di Kole ma anche dalle diocesi limitrofe di Thsumbe e Mweka. Uno degli ultimi interventi dell’OPAM, è stato il contributo per la costruzione di un nuovo refettorio, quello vecchio era in condizioni pessime: ”…Con l’aiuto di tanti amici dell’OPAM, in particolare del Gruppo di Pisa, abbiamo costruito 6 aule scolastiche e il refettorio. Quest'ultimo è stato terminato appena in tempo per evitare una disgrazia in quanto il vecchio refettorio è crollato durante un uragano...” Così scrive il Rettore del Seminario, Abbé Blaise Pascal Elembe Musongela nel suo ultimo rapporto. Il nuovo refettorio è quindi entrato subito in funzione anche se le sue strutture non erano state completate. Sono passati dei mesi, e il refettorio funziona, ma con diverse difficoltà operative, arredi di fortuna, stoviglie e utensili da cucina provvisori, muri non tinteggiati, soffitti e tetto da completare. Le crescenti difficoltà economiche e altre priorità hanno impedito di completare l’opera. Ora, anche per non rischiare che il lavoro fatto vada in rovina, l’Abbé Elembe si rivolge di nuovo ai benefattori dell’OPAM perché aiutino il seminario a completare la costruzione e l’arredamento del refettorio la cui edificazione è stata possibile solo grazie al loro contributo: “Per completare l’opera occorre acquistare legname per costruire panche e tavoli, posate e stoviglie, tubazioni per l’acqua, lavatoi per le stoviglie, tavolati per pavimento e soffitto, vernici, chiodi, ecc. Il costo complessivo dei materiali, del trasporto e della mano d’opera per le realizzazioni è di 6.530 €. Inoltre, alcune lamiere del tetto devono essere sostituite, per la copertura del tetto, infatti, si erano utilizzate lamiere vecchie, già usate più volte, e quando piove ci sono infiltrazioni d’acqua nel refettorio, ne occorrono 100 nuove e il costo per l’acquisto e il trasporto è di 2.320 €. Per l’estrema povertà delle nostre famiglie, il seminario e la sua scuola non potrebbero sviluppare la loro opera di formazione senza la solidarietà di amici tra i quali fondamentali quelli dell’OPAM. Per questo chiediamo ancora alla loro generosità un contributo di 8.850 €. Il seminario, una realtà importante per la gente di qui, ha avuto molti miglioramenti, ora abbiamo un piccolo ambulatorio con un infermiere per vigilare sulla salute dei ragazzi; oltre a coltivare un piccolo campo i seminaristi si occupano di un allevamento di maiali e di volatili appena avviato. Ma molto resta da fare, stiamo cercando di raggiungere una certa autonomia ma non è facile... Insieme con i nostri ragazzi ringrazio ancora gli amici dell’OPAM per l’aiuto avuto e per quanto potranno ancora fare per noi.”