Prog. 2129/Giugno 2017

LOCALITA' : Shangrilà, Belford Roxo (Brasile)   
DIOCESI:   Diocesi di Nova Iguaçu 
TITOLO:   Dall’inferno un grido per amore 
COSTO:   7.938 € 
PROGETTO REALIZZATO

 

 

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Dall'inferno un grido per amore 

CONTESTO. Questo è il titolo dell’ultimo libro di Padre Renato Chiera, l’angelo custode dei meninos de rua(bambini di strada) delle favelas brasiliane a cui dedica la sua vita da oltre 40 anni. Originario di Villanova Mondovì (CN), P. Chiera parte missionario fidei donum per approdare nell’inferno delle periferie di Rio de Janeiro in un periodo storico in cui il Brasile vive sotto l’oppressione di un regime dittatoriale. La Chiesa cattolica era malvista e osteggiata dal regime. Il Vescovo di allora viene rapito, torturato e abbandonato nudo in strada, mentre una bomba viene fatta esplodere nel tabernacolo. P. Renato per stare vicino alla gente di queste periferie esistenziali e soprattutto ai tanti meninos de rua compra un furgone con un altoparlante e gira per le strade finendo presto inevitabilmente nel mirino degli squadroni della morte, che cominciano a lasciare i corpi senza vita dei “suoi ragazzi” sulla soglia della parrocchia. Un giorno, uno dei tanti ragazzi di strada che hanno imparato a conoscerlo e amarlo gli porta una lista dei suoi coetanei condannati a morte e gli chiede aiuto. P. Renato decide che non vuole più essere “il prete becchino” e fonda con pochi coraggiosi volontari la “Casa do menor São Miguel Arcanjo”  un’associazione che gestisce una rete di strutture di accoglienza e formazione per ragazzi di strada, minori “invisibili”,  adolescenti senza famiglia e senza futuro. Era il 1986. Negli anni successivi la crescita economica e i programmi sociali governativi non raggiungono queste aree di miseria profonda dove la gente vive in baracche ammassate l’una all’altra, prive di acqua, luce, servizi igienici, fognature. Qui mancano i servizi di sanitari di base e le scuole. Le favelas sono luoghi in cui il narcotraffico si insedia attirando bambini, adolescenti, adulti senza reddito e con lavori saltuari. Comunità in cui la violenza è di casa, anche i bambini fanno consumo di droga, vivono in famiglie senza padre e con mamme ancora bambine. Quasi sempre non sono registrati all’anagrafe e questi bambini invisibili facilmente vengono abbandonati e diventano oggetto di abusi e violenze. Finiscono col vivere per strada elemosinando o praticando piccoli furti, per entrare infine nei giri che sfruttano la prostituzione o nel mini-esercito del narcotraffico, costretti a consumare e spacciare droga, a usare le armi contro la polizia o bande rivali, fino ad essere uccisi. “…Violenza, intolleranza e corruzione ci spaventano. La situazione di bambini e adolescenti a rischio di esclusione sociale si aggrava. La società abbandona sempre di più questi suoi figli non amati: si chiudono le case di accoglienza e recupero per mancanza di fondi, si aprono prigioni che sono più costose, si investe in polizia e repressione, ma la violenza aumenta ogni giorno. Non si crede più che l’amore recuperi, ma la Casa do Menor sa che tutti gli esseri umani possono cambiare, se amati e accolti…” - così Padre Chiera quest’anno nei suoi auguri di Pasqua.  

PROGETTO. Nei suoi 30 anni di attività “Casa do menor”  ha recuperato oltre 100.000 bambini e bambine di strada e dato una professione a 50.000 giovani accolti nei suoi Centri, dove i bambini vengono inseriti nella scuola regolare e sono seguiti con attività di supporto e rinforzo scolastico, e, dopo la scuola primaria, seguono corsi di formazione professionale in molti campi dalla meccanica, l’elettricità, la cucina, i lavori di barman, parrucchiere, ecc., fino all’informatica di base e alla gestione amministrativa, con diplomi riconosciuti dallo stato. Ricordando con riconoscenza il sostegno già avuto per il “Centro di Vila Claudia” a Nova Iguaçu, Padre Chiera si rivolge agli amici dell’OPAM per il sostegno al Centro Irmã Celina di Shangrilà, una favela di Belford Roxo a 20 km da Rio. Il Centro Irmã Celina sorge in un vecchio asilo in disuso che “Casa do menor” ha provveduto a restaurare e che oggi accoglie, istruisce, educa e strappa alla strada 350 bambini.  Ai giovani ospiti è assicurata a seconda dell’età, l’alfabetizzazione, la scolarizzazione di base e la formazione professionale con inserimento nel mondo del lavoro per sperare in un futuro dignitoso. Le attività sono aperte a tutti i ragazzi e ragazze della comunità con il coinvolgimento delle famiglie in incontri e seminari con l’aiuto di un assistente sociale e di uno psicologo. Il costo per un anno di operatività del Centro è di 54.524 €. Alla generosità degli amici dell’OPAM Padre Chiera chiede un contributo di 7.938 € per pagare lo stipendio di un educatore, acquistare il materiale didattico e parte del materiale di consumo e igiene: “Insieme con i nostri, e ora anche vostri, “meninos” e le loro famiglie rinnoviamo i nostri più sentiti ringraziamenti per il sostegno che ci avete dato e per quanto potrete ancora fare per noi.“