Clicca sulla foto per vedere l'album
Acqua per la scuola materna e il villaggio
CONTESTO. Sumba Barat Daya è la più popolosa delle 4 sottoprovince di Sumba, una delle isole più povere nell’arcipelago delle Piccole isole della Sonda in Indonesia Orientale. Ha per capoluogo Waitabula (Tambolaka in lingua locale) e una popolazione di circa 300.000 abitanti. La religione tradizionale Marapu, basata sul culto degli spiriti ancestrali, sebbene ormai praticata solo dal 30% della popolazione oggi a maggioranza calvinista, influenza ancora profondamente la cultura di questo popolo. La struttura sociale dei sumbanesi è altamente stratificata e basata su rigide caste. I villaggi sono costituiti da tipiche case con tetti altissimi fatti di pelli di bufalo e paglia disposte intorno ad un’area in cui si trovano le antiche tombe rettangolari in pietra degli antenati. Gran parte della popolazione vive di agricoltura coltivando riso e frutta e dell’allevamento di bufali e cavalli. Ma a causa della scarsità di acqua ciò che la terra produce non è sufficiente a sfamare la popolazione. L'accesso all'acqua è uno dei maggiori problemi di Sumba, che si aggrava nella stagione secca. Gli abitanti dei villaggi devono fare più viaggi al giorno di parecchi chilometri per rifornirsi dell’acqua, compito affidato specialmente a donne e bambini.
PROGETTO. Nel 2012 Suor Christina Wea, della Congregazione delle “Religiose del Santo Volto”, su richiesta della popolazione locale, con due consorelle, è stata inviata dal vescovo della diocesi di Weetebula ad aprire una missione a Weekombaka, nel comune di Wewewa, a 25 km dalla capitale. La parrocchia di "Hati Kudus" (Sacro Cuore) loro affidata, si trova in una zona isolata. Qui vivono circa 10.000 persone distribuite in 8 villaggi distanti fino a 10 km dal centro parrocchiale, difficili da raggiungere per lo stato delle strade, dissestate e pericolose. Le famiglie abitano in una specie di palafitte assieme ai loro animali. “Sin dall’inizio – ci scrive Suor Wea – siamo impegnate nella formazione dei giovani e nella promozione e lo sviluppo sociale della comunità specialmente attraverso l’educazione. Nel territorio vi sono una scuola elementare e una media statale, ma mancano scuole materne. L’unica esistente è quella che abbiamo realizzato grazie all’OPAM nel 2012 ma è insufficiente per tutti i bambini che, mentre i genitori sono al lavoro nei campi, vengono affidati alla cura di fratellini e sorelline poco più grandi. Il risultato è l’elevata evasione scolastica e il lavoro minorile. Per questo, ora vorremmo costruire un’altra scuola materna vicina alla casa della nostra comunità. Ma questa volta vorremmo iniziare non dalla costruzione dell’edificio ma dalla costruzione di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, abbastanza capiente da soddisfare le esigenze del villaggio e della nuova scuola. Oggi la gente deve andare su e giù per raggiungere le sorgenti che si trovano in zone impervie lontane da 2 a 5 km a seconda della stagione. I bambini non impegnati nella sorveglianza dei fratellini, partono presto ogni mattina prima di andare a scuola per raggiungere le sorgenti. Qui si lavano, fanno il bucato e tornano a casa portando con sé taniche di 5 litri. Riuscite ad immaginare cosa significa tutto ciò per questi piccoli. L’acqua è davvero un bisogno primario. Il costo del progetto è di 3.500 €. Assieme alla gente del villaggio e ai nostri piccoli vi ringrazio anticipatamente per il prezioso aiuto che speriamo potrete assicurarci.”