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Un progetto per tener viva la speranza
CONTESTO. La diocesi di Keren si trova nel nord-ovest dell’Eritrea al confine con il Sudan. La separano da Asmara, capitale del Paese, un centinaio di chilometri di una strada che si srotola in un panorama montagnoso, arido e sassoso interrotto qua e là da pochi baobab, qualche sicomoro e rigogliosi cactus. Lungo il percorso è più facile imbattersi in dromedari e somari che automobili. Keren è una piccola cittadina situata su un altopiano a 1.400 metri di altezza, incastonata fra le montagne del Sahel. Qui si trova la missione cattolica più antica ed estesa di tutta l’Africa fondata dai frati cappuccini nel 1854. Il suo vescovo attuale, Abba Kidane Yebio, da molti anni è un nostro carissimo amico. Abbiamo avuto la gioia di rincontrarlo lo scorso luglio durante una sua visita a Roma. Quelli trascorsi con lui sono momenti di grande fraternità e di condivisione. Conoscete tutti le difficoltà che sta attraversando da anni il popolo Eritreo a causa di una pesante dittatura.
Sono molti i rifugiati che proprio dall’Eritrea giungono in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo, consapevoli di aver intrapreso un viaggio troppo spesso non solo senza ritorno ma anche senza arrivo. Non si parla di questo con Mons. Yebio quanto piuttosto delle difficoltà della diocesi a portare avanti i progetti pastorali e di sviluppo a causa della situazione del Paese e di come a volte anche un piccolo sostegno può tener viva la speranza in un futuro diverso. In tal senso garantire il diritto all’istruzione gioca un ruolo fondamentale. Nel territorio della diocesi ci sono 25 scuole con circa 6.500 allievi e molte di queste sono a carico della diocesi.
PROGETTO. Durante la chiacchierata Mons. Yebio condivide con noi la preoccupazione per un’istituzione storica nella sua diocesi. Si tratta dell’ Orfanotrofio “Sant’Agnese” fondato nel 1887 dalle suore “Figlie di Sant'Anna”, per accogliere le bambine senza genitori o figlie di mamme vedove che a causa dell’estrema povertà non riescono a provvedere alla loro crescita e alla loro educazione. Anche i costi di questa importante istituzione sono a totale carico della diocesi, che ha molte difficoltà a trovare i fondi necessari per sostenere tutte le spese (vitto, alloggio, cure mediche, scolarizzazione, doposcuola ...). Al momento l’orfanotrofio accoglie 22 ospiti dai 3 ai 17 anni.
Grazie all’aiuto di due organizzazioni Mons. Yebio è riuscito ad ottenere i fondi necessari per coprire 3/4 del costo per l’anno scolastico 2017-2018. Chiede ora un aiuto agli amici dell’OPAM per riuscire a coprire la parte mancante con un contributo di 5.050 €.
Quando ci salutiamo Mons. Yebio è visibilmente commosso e noi anche: il futuro di questo Paese ci sta a cuore in modo speciale e donare speranza è quanto nel nostro piccolo possiamo fare per rispondere a tanta sofferenza.