Parlare di fame sembrava anacronistico fino a poco tempo fa, almeno a noi Europei figli del boom economico del secondo dopoguerra. Lo spettro delle grandi carestie, della grande fame alimentare sembrava un fantasma di altri secoli. I nostri problemi semmai erano altri: ad es. come prevenire le conseguenze di una sovralimentazione diventata nei Paesi ricchi una delle cause più importanti di morte. Ma è arrivata la “crisi” che ha rivelato la fragilità del nostro sistema economico e ha fatto ritornare attuali le antiche paure dei tempi passati. La fame è qualcosa che molte persone anche nei nostri Paesi del consumismo sfrenato e del facile spreco sperimentano sulla loro pelle. Forse anche per questo motivo siamo più facilmente disposti a prendere in considerazione questo tema che avevamo relegato nel nostro inconscio collettivo ai Paesi del terzo o quarto mondo e che i grandi Organismi internazionali, in primo luogo la FAO, ci ricordano come un problema centrale e globale con cui fare i conti. E’ di questi giorni l’allarme lanciato dalla FAO che denuncia la grave carestia che ha colpito la Somalia provocando la morte di oltre 258 mila persone, di cui 133 mila bambini in questo Paese africano.
Intervenendo il 25-10-2012 all'inaugurazione della conferenza biennale Terra Madre, organizzata a Torino da Slow Food International, il direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, ha fatto appello alle comunità internazionali del cibo e ai diversi attori del sistema alimentare mondiale perché si uniscano in uno sforzo congiunto “per cancellare la fame dalla terra nel tempo delle nostre vite”. Per sconfiggere definitivamente la fame è necessario, tra le altre cose, agire per porre fine allo spreco e alla perdita di cibo.
"Ogni anno nel mondo un terzo della produzione globale di cibo viene perduta o sprecata" ha sottolineato il Direttore della FAO. Quanto basta per sfamare 500 milioni di persone senza aggiungere ulteriore pressione sulle risorse naturali. "Non avrebbe senso cambiare il modo di produrre il nostro cibo se continuassimo a consumare come facciamo oggi. Serve un nuovo grande passo nella lotta alla malnutrizione" ha affermato Graziano da Silva. “La FAO ha fatto propria la sfida del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di cancellare la fame nel mondo nello spazio delle nostre vite, ha detto Graziano da Silva. "Io mi appello a voi perché anche voi facciate lo stesso. Facciamo della Sfida Fame Zero la nostra sfida". Affrontare questa sfida significa fare sì che tutti i sistemi alimentari diventino sostenibili, fare in modo che i piccoli proprietari terrieri, e specialmente le donne, possano raddoppiare la produttività e i propri introiti, ridurre lo spreco di cibo, assicurarsi che le popolazioni più povere abbiano accesso a cibo nutriente durante tutto l'anno, porre fine alla malnutrizione e alle cause che impediscono ai bambini di crescere sani. Graziano da Silva ha aggiunto infine che una delle ragioni per le quali il cibo viene sprecato "sta nella tendenza al consumo eccessivo dei Paesi a medio e alto reddito". Il risultato è che circa 1,5 miliardi di persone al mondo sono oggi sovrappeso, mentre 868 milioni sono sotto alimentate. "Ciò rappresenta una delle più grandi contraddizioni del nostro mondo: la distribuzione iniqua di cibo, reddito ed opportunità".
Parole e inviti sacrosanti, ma non basta riaffermare dei bei principi se poi non seguono i fatti, da parte di tutti “Parole, parole, parole, parole…. Soltanto parole tra noi…” cantava Mina oltre 40 anni fa. Ma da sole le parole non riempiono lo stomaco. Dobbiamo dare consistenza concreta ai bei desideri che tutti, in linea di principio, condividiamo. Non per nulla una delle pratiche che la Chiesa propone non solo in Quaresima è proprio il digiuno, una forma di solidarietà con chi il digiuno vero lo sperimenta tutti i giorni: non il digiuno delle varie diete di bellezza ma quello di chi - guadagnando meno di un $ al giorno - può permettersi a stento un solo pasto frugale per la sua famiglia. Forse con una maggior sobrietà riusciremo a limitare il livello dei nostri sprechi e ci avanzerà qualcosa da condividere con chi non ha il minimo per sopravvivere.
A.M.