Natale 2021

 
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Chiangrai (Thailandia), Natale 2021

Carissimi, 

lentamente, forse, sia noi in Asia che voi in Occidente stiamo ritornando ad una vita quasi normale. Lo crediamo e lo speriamo. E così, per il Natale abbiamo preparato una lettera per tutti voi con le foto di un campo scuola organizzato per i ragazzi del nostro Centro.   

Il Covid-19 ha sconvolto la Thailandia in modo imprevedibile, come del resto è successo in tutto il mondo. Tutti qui, infatti, sono stati colti di sorpresa dall’andamento della pandemia che nei primi otto mesi dell’anno scorso, da Marzo fino a Settembre/Ottobre, era abbastanza sotto controllo con pochi casi ogni giorno. La gente era tranquilla e chiusure e divieti, per la verità molto precisi e restrittivi, erano accettati senza lamentele. Con voli, viaggi e turismo totalmente bloccati si pensava così di tenere al riparo il Paese dai contagi ma poi, inaspettatamente, il virus ha dato un potente colpo di coda e le infezioni si sono moltiplicate con rapidità. Il dilagare della pandemia è stato forse causato dall’ingresso in Thailandia incontrollato di persone proveniente dai Paese confinanti Myanmar, Laos, Cambogia e Malaysia, perlopiù mano d’opera che lavora in nero. Sta di fatto che in breve tempo le cose sono cambiate rapidamente e la situazione è diventata simile a quella vissuta in altri Stati del mondo nei primi mesi del 2020. Ora, lentamente, i casi stanno diminuendo.

Come voi, come tantissime persone, anche noi lo scorso anno abbiamo vissuto un Natale fragile, insolito, impaurito, un Natale percorso anche da una sottile vena di solitaria malinconia. Con le misure anticontagio che ci tenevano separati dai nostri cari ci sembrava una festa incompiuta. Ma io credo che, se riflettiamo bene, quel Natale nella bufera del virus è stato una lezione. Spogliati della sicurezza, spente le grandi luci dei magazzini, tavole apparecchiate per poche persone, tante incertezze sul futuro… il Natale dell’anno scorso è stato forse il 25 dicembre che più di ogni altro, nella nostra vita recente, ci ha riportato alla paura e alle difficoltà che certamente vissero Maria, Giuseppe e il Bambino in quel primo Natale di 2020 anni fa. Il mondo ha ancora bisogno di sapere che in una mangiatoia, in un tempo insicuro e precario, giace un bimbo avvolto in fasce. Di ciò, principalmente, se ne accorgono solo i poveri e gli emarginati. Ma è questa la base del Natale.

Un Natale simile al nostro ultimo Natale lo ha vissuto Cristoforo Colombo solo due mesi dopo il suo arrivo in America. Proprio la notte di Natale la Santa Maria si infranse al largo di Haiti. Era per questi uomini un 25 dicembre ancora più disperato del nostro: erano naufraghi, esposti ai pericoli, lontani migliaia di chilometri da casa in una terra sconosciuta. Ma volevano ugualmente sentire il Natale e, prese le assi del relitto, costruirono la loro abitazione-fortezza che chiamarono “La Navidad”.

Questo gesto, questa loro ostinazione, in mezzo a una tempesta, di voler battezzare il loro fortino con quel nome ci può riportare alla nostra situazione e a farci riflettere sul nostro ultimo Natale.

Una prima riflessione può essere che le circostanze, anche le più bizzarre, non incidono sul nostro caparbio attaccamento al mistero del Natale. Il Natale è infatti, prima di tutto, uno stato d’animo che oltrepassa il significato religioso, è una predisposizione allo stupore.

Una seconda riflessione può venire dalle parole del Papa che nel Natale dello scorso anno ci ha dato un messaggio forte: “Il tempo che abbiamo non usiamolo per piangerci addosso ma a consolare le lacrime di chi soffre.” Infatti, è in questi giorni che si sente la mancanza di chi ci ha lasciato.

Carissimi, quando nasce un bambino, la famiglia lo vuole fare sapere alle persone più care e così ha fatto Dio alla nascita di Gesù: ha avvertito i suoi amici più cari, i poveri e gli esclusi, e li ha riempiti di una luce. L’incontro con Gesù non cambia la loro realtà materiale ma li riempie di gioia elevando il loro spirito.

Questo, quindi, vuole essere il nostro augurio di quest’anno. Dopo aver superato insieme le difficoltà che la vita ci ha riservato in questi mesi, che possa tornare in ogni famiglia e in ognuno di noi la gioia che il Natale porta a tutti.

La nostra vicinanza e un augurio speciale alle famiglie che sono stati colpiti negli affetti dalla pandemia.

E l’augurio che il Nuovo Anno sia semplicemente normale, e tanto ci basta. 

Fr. Gianni Dalla Rizza