2017 - Rapporto sulle adozioni alla fine del 2016

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La situazione delle Adozioni a distanza si è praticamente mantenuta stabile. Le piccole oscillazioni rispetto ai dati dello scorso anno sono in parte legate ad una diminuzione delle offerte, distolte soprattutto dalle tante emergenze, non ultima quella del terremoto del centro Italia, che hanno interessato il nostro Paese. Ci sembra di osservare però una maggior coscienza e senso di responsabilità in chi sceglie questa forma di sostegno.

Sempre più persone accettano di sostenere un gruppo o una classe invece che un singolo bambino. Molti sono coloro che per assicurare puntualità nell’invio delle quote hanno scelto il pagamento tramite bonifici periodici. Sempre più persone che in passato sostenevano una sola adozione, oggi, coinvolgendo altri amici in questa avventura, riescono a sostenere più bambini o più quote di un gruppo.

Stiamo attraversando un momento molto difficile in tutto il mondo. I conflitti sono in aumento e chi ne subisce maggiormente le conseguenze sono proprio i bambini.

E’ vero che un’adozione a distanza non può essere la soluzione al problema delle ingiustizie e povertà nel mondo; il problema è politico e si devono cercare soluzioni strutturali a livello mondiale. Ma è anche vero che attraverso l’adozione scolastica a distanza si può almeno alleviare, se non cambiare, la vita di alcuni di quei bambini/e e giovani che un domani potrebbero incidere positivamente sul proprio futuro e su quello dell’ambiente in cui vivono.

Per questo non possiamo e non vogliamo abbandonarli. 

ADOTTATI

Nel 2016 i bambini adottati sono stati 1.707, di cui 511 sostenuti con adozioni singole (289 femmine e  222 maschi) e 1.196 con adozioni di gruppo (il numero delle femmine e dei maschi è quasi lo stesso). Nelle adozioni di gruppo sono comprese anche quelle categorie speciali come i 119 seminaristi, i 37 allievi infermieri e le 37 famiglie catechiste (con 74 adulti e i loro 98 bambini), tutte in Africa. Inoltre al numero totale dei bambini sostenuti agli studi con le adozioni vanno aggiunti i 5.614 bambini e 900 adulti (di cui 514 donne) che, attraverso i progetti finanziati nel 2016, hanno potuto ricevere un’istruzione.

I Centri delle adozioni singole sono 21: 6 in Africa, 9 in America Latina e 6 in Asia.

I Centri delle adozioni di gruppo sono 18: 15 in Africa e 3 in Asia.

La maggior parte dei bambini adottati frequenta la scuola materna e quella primaria. Il motivo è legato essenzialmente al fatto che di solito per frequentare le scuole superiori i ragazzi si trasferiscono in centri più grandi, rendendo difficile la comunicazione. L’OPAM continua a sostenere agli studi anche quei ragazzi che frequentano gli istituti superiori, ma solo quando è possibile per il referente in loco poterli seguire con continuità e preferibilmente attraverso le adozioni di gruppo.

Accade purtroppo che alcuni benefattori rinuncino all’adozione a causa dell’elevato numero di cambi che proponiamo, per lo più dovuti alla mobilità delle famiglie in cerca di migliori condizioni di vita. Siamo consapevoli che la pratica sia disturbante, ma vi chiediamo di essere perseveranti e di avere pazienza se a volte proponiamo il cambio di adozione dei bambini sostenuti. In tal senso l’adozione di gruppo garantisce una maggior continuità al sostegno. 

ADOTTANTI

Si tratta di singole persone, famiglie o gruppi di amici che sostengono uno o più bambini o adulti appartenenti a categorie speciali (seminaristi, infermieri, famiglie catechiste), oppure che hanno deciso di aderire alla nostra richiesta di partecipare con una o più quote al sostegno scolastico di un gruppo di bambini.

Gli adottanti nel 2016 sono stati 767. Il numero si è leggermente ridotto rispetto al 2015 e ha provocato a sua volta una contrazione del numero di adottati. Di contro, sono aumentati i bambini che hanno potuto ricevere un’istruzione grazie ai progetti finanziati nel corso dell’anno (da 4.904 a 5.614). 

REFERENTI

Sono le figure senza le quali tutto quello che riusciamo a realizzare sarebbe impossibile ed anche le vostre donazioni sarebbero inutili. Uomini e donne: sacerdoti, suore e laici che hanno deciso di mettersi al servizio dei più poveri, spesso anche a rischio della propria vita.

Li conosciamo singolarmente e siamo costantemente in contatto con loro. Quando, poi, passano per Roma ci vengono a trovare portandoci le loro esperienze per farci capire meglio le situazioni locali al fine di consentirci interventi più mirati ed efficaci. Quando lo sappiamo in tempo cerchiamo di organizzare degli incontri con gli adottanti.

Attualmente i referenti sono 33: in Africa 17 (di cui 5 italiani), in America Latina 9 (di cui 3 italiani) ed in Asia 7 (2 italiani).

 

Anche se a prima vista possono apparire freddi ed anonimi, non dimentichiamo che dietro questi numeri ci sono tanti bambini in difficoltà e le rispettive famiglie, per i quali, anche grazie a noi, possono aumentare le opportunità di un futuro migliore. Cerchiamo, nonostante le tante difficoltà che attraversiamo, di impegnarci sempre di più affinché non si spenga mai sui volti dei tanti bambini che soffrono il sorriso della speranza.

Michele Lambiase     

 

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