La formazione rimane la risorsa centrale per lo sviluppo sostenibile e il benessere di tutti i popoli e dei singoli individui. Per questo motivo la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, istituita dall’Unesco nel 1965 e celebrata l’8 settembre di ogni anno, anche in questo 2021 rimane per la comunità internazionale e per noi dell’OPAM un’occasione da non perdere per sottolineare l’importanza del diritto all’istruzione, sia nei Paesi del Sud che del Nord del Mondo. Un’istruzione integrale capace di raggiungere il cuore della persona umana. Sfida diventata ancora più grande a causa della pandemia da Covid-19 che nell’ultimo anno scolastico, tra lockdown e didattica a distanza, ha messo in discussione anche pedagogie e metodologie educative. Da qui la scelta del tema della Giornata Internazionale di quest’anno “Alfabetizzazione per una ripresa incentrata sull’umano: colmare il divario digitale”.
Un ritorno all’umano, quello suggerito dalle Nazioni Unite, di cui siamo particolarmente lieti, perché mette al centro dell’azione educativa e del conseguente apprendimento la persona, mentre la tecnologia digitale va intesa semplicemente come moderno strumento di conoscenza. Alfabetizzare, infatti, non significa solo insegnare a qualcuno a leggere e scrivere. Piuttosto significa dargli la chiave per entrare nel mondo della conoscenza. Aiutarlo a crescere come persona affinché possa “saper essere” attraverso le nuove capacità acquisite (know-how) e le competenze maturate per affrontare la vita (savoir-vivre).
Noi ereditiamo la vita biologica dai nostri genitori. Ma le generazioni tra di loro non si trasmettono solo il patrimonio biologico e materiale, ma anche questa ricchezza immateriale che è data appunto dalla conoscenza. La chiave per accedere a questo patrimonio è l’educazione. In secondo luogo vi è l’istruzione che si avvia con la conoscenza dell’alfabeto e del calcolo numerico. Questi due punti di partenza sono sacri, perché decisivi per la formazione.
L’OPAM sogna che ogni essere umano nel mondo possa essere alfabetizzato, diventando così - a sua volta - portatore di conoscenza per le generazioni future. Tutti condividiamo la stessa umanità. Partecipare al patrimonio di conoscenze di una comunità significa contribuire alla sua crescita. Che la solidarietà dei nostri antenati non sia interrotta in alcun modo con noi. Alfabetizzare - cioè dare all’altro la chiave della conoscenza - è un dovere sacro di ogni persona grata per il dono ricevuto dalle generazioni passate. Non c’è gratitudine più grande che donare a nostra volta. L’egoismo, invece, è espressione di ingratitudine per il dono ricevuto dagli altri. Attraverso la nostra generosità la chiave della conoscenza potrà essere data a un bambino, un giovane o un adulto in una parte del mondo meno fortunata della nostra.
Purtroppo la pandemia da Covid-19 ha aumentato ulteriormente le disuguaglianze riguardanti l’accesso alla scuola, sia perché ha ridotto in modo significativo la possibilità economica di tanti genitori di sostenere le spese scolastiche per i figli sia per la mancanza strutturale di mezzi e strumenti come connessioni ad Internet, pc, tablet e smartphone in molti Paesi. Per non parlare delle accresciute difficoltà nell’alfabetizzazione dei 773 milioni di giovani e adulti. Troppi Stati che già normalmente non avevano piani stabili di intervento riguardo i programmi di alfabetizzazione, a causa dell’emergenza sanitaria hanno dovuto sospendere anche quel minimo di attività previste.
Ma davvero la fragilità è sinonimo di povertà? Già dieci anni fa l’OPAM ha dedicato una riflessione importante all’“umanesimo della fragilità”, sottolineando come il Sud del Mondo abbia salvaguardato, proprio grazie alla sua fragilità, un umanesimo prezioso che il modernismo tende a perdere. Animati dal forte desiderio di salvare l’umano in tutto ciò che impariamo - attraverso tutti i mezzi, dunque anche gli strumenti digitali - in questa 55ª Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione ci sentiamo chiamati a spingere sempre più indietro le frontiere dell’analfabetismo nel mondo, grati per il bene ricevuto dalle generazioni passate.
Don Robert KASEREKA NGONGI
Presidente dell'OPAM