Assemblea dei soci OPAM 2017

 
Cose antiche, cose nuove

 

 

«Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13,52).

E come nella parabola evangelica del tesoro, l’annuale assemblea ordinaria dell’OPAM è riuscita a sorprendere un po’ i partecipanti, proponendo cose nuove di fianco alle consuete.

Siamo stati ospiti quest’anno della parrocchia di s. Ignazio di Antiochia e del suo parroco, don Jess, nuovo assistente spirituale dell’OPAM (di lui si parla nel prossimo articolo del giornale). Il clima in assemblea è stato come di consueto amichevole ma qualche dettaglio ha contribuito a rendere la giornata un po’ speciale.

Innanzi tutto l’ingresso di 3 nuovi amici a reintegrare i ranghi societari. Si sono presentati Alessandra Nigris, Stefania Russomando e Michele Pellegrino.

All’ora di pranzo la seconda sorpresa: il pasto preparato dalle collaboratrici parrocchiali di don Jess, filippine come lui, si è rivelato veramente “speciale”, chi non c’era non sa cosa si è perso. La reinterpretazione della lasagna tradizionale (gustosissima quella comunque servita) con l’aggiunta di verdure ha rappresentato un tocco di cucina profetica del futuro multietnico del nostro paese, un nuovo mix di sapori innestato sulla nostra storia.

Nel pomeriggio si è spontaneamente creata un’altra piacevole variazione. Invogliati dal clima mite e dall’aria accogliente del piccolo oratorio parrocchiale, abbiamo abbandonato la più tradizionale disposizione a platea interna, spostando le sedie all’aperto, in cerchio. Chi come me si occupa di formazione, conosce bene il significato e l’efficacia di adottare una certa disposizione del gruppo invece che un’altra. L’esserci posti in cerchio, senza un polo ordinatore (il tavolo della presidenza di assemblea) ha trasformato una riunione formale in un incontro di amici che hanno chiacchierato delle cose che li appassionano. Non è probabilmente un caso il fatto che ciò sia avvenuto proprio quando - dopo l’allegra convivialità del pasto - l’ordine del giorno prevedeva il resoconto dell’attività delle sezioni locali, quindi il momento più inter-personale dell’assemblea.

Nel pomeriggio il nuovo socio Michele Pellegrino ha anche presentato più in dettaglio la sua laboriosa iniziativa editoriale, un libro dedicato alla figura di don Carlo, nel centenario della sua nascita: un’antologia ragionata dei suoi scritti, pubblicati in tante annate della rivista dell’OPAM. Dalla rassegna emerge a tutto tondo la figura carismatica e profetica del fondatore, i suoi molteplici rapporti con la società civile ed ecclesiale, nonché la feconda evoluzione del suo pensiero nel tempo.

Resta da dire sommariamente dei lavori della mattina, quasi interamente dedicati alla relazione del presidente don Aldo Martini e alla discussione ed approvazione del bilancio. Quanto a quest’ultimo, l’immagine di “tesoro” è proprio quasi solo evangelica. Dobbiamo registrare infatti purtroppo una ulteriore diminuzione del volume totale di offerte, legato però in gran parte all’assenza nel 2016 di grandi donazioni e lasciti. Questa evenienza, che può sembrare sfortunata, ha messo però in evidenza come esista e persista un numero non piccolo di amici dell’OPAM, stimabile in circa 1600 persone, che continua a credere nella nostra azione e ad affidarci le proprie offerte da destinare ai progetti, alle adozioni scolastiche e alle campagne. E poi la grande commozione contagiosa di Don Jess che si è presentato condividendo i momenti più significativi della sua vita.

Cose nuove e cose antiche dunque dal nostro tesoro, per affrontare con speranza la sfida di un nuovo anno durante il quale continuare a costruire con generosità e determinazione quelle opere che la Gaudium et Spes chiama “quasi la materia per il regno dei cieli” (GS 38). 

Fabrizio Consorti