Marzo 2010 - Le scuole si scrivono...



LETTERE E TESTIMONIANZE DALLE SCUOLE








"In un certo senso è come se avessimo visitato il Kenia, guidati dalle righe dei nostri amici.…per non parlare dell’emozione di vederli in fotografia!"

"Anche se avevamo la possibilità di sentirci solo due o tre volte l’anno, ci eravamo affezionati a questi simpatici compagni, sicché, ogni volta che la professoressa entrava in classe e ci chiamava per consegnarci le loro lettere, io sentivo che il loro calore, anche se veniva da lontano, era pronto a riscaldare i nostri cuori con tanto amore e allegria".

Sono alcune, tra le moltissime testimonianze, che ci mostrano quanto i nostri studenti hanno apprezzato e apprezzano l’esperienza del gemellaggio. Fanno amicizia parlando di sé e dei propri studi, si scambiano foto, danno interessanti notizie ai loro “amici di penna” che vivono in Brasile, India, Kenia, Tanzania, Paraguay, Perù, Messico (attualmente anche Gibuti). Scrivono in inglese, spagnolo, portoghese e così  approfondiscono anche la conoscenza di queste lingue. Descrivono le bellezze della loro terra e le paragonano alle notizie giunte da quelle nazioni lontane: nascono così inediti paragoni, come quello tra le piramidi Maya, descritte dai bambini dello Yucatan, e la “piramide” dell’Etna, descritta dai loro corrispondenti siciliani.    
Qualche volta missionari ed insegnanti che venivano da quelle terre hanno portato ai nostri alunni notizie fresche: Carmen, volontaria di Sena Madureira (Brasile); il padre Vincent Crasta, che dal Karnatka (India) ha visitato scuole di Roma e di Sondrio; il giovane insegnante Jorge Luis Pennzi, dal Paraguay, ed altri che ci scusiamo di non ricordare sul momento. Hanno così rinnovato l’interesse dei nostri ragazzi, sconfortati a volte per la lentezza delle Poste a recapitare le letterine dei loro “amici di penna”.
Attualmente ci sono 18 gemellaggi attivi e due li stiamo preparando. Questa operazione richiede generalmente molto tempo e provata pazienza:  ricevuta la richiesta della Scuola italiana, dobbiamo trovare una Scuola con alunni di uguale età, che parlino e scrivano nella lingua scelta; chiedere al responsabile di questa Scuola una seria adesione, non solo l’entusiasmo del primo momento. Dall’una e dall’altra parte devono pervenirci schede che descrivano con attenzione ambiente, classe, numero ed età degli alunni, i precisi recapiti (non immaginate quanto tempo si perde quando e-mail, fax, telefono sono indicati alla buona). Ci sono Scuole nei Paesi in Via di Sviluppo che possono comunicare soltanto tramite una lentissima posta: sono quelle più desiderose di comunicare, ma  richiedono, a noi e alla Scuola italiana gemellata, una pazienza indescrivibile.
Tra tanti gemellaggi che procedono bene, con soddisfazione reciproca, è naturale che ce ne sia qualcuno con problemi. Ci capita allora di ricevere telefonate o e-mail di protesta: non sono arrivate lettere da un pezzo; mancano le notizie; gli alunni sono in preda a cocente delusione. Ci attiviamo subito per chiarire le cause del silenzio: telefonate, fax, e-mail, richieste alle Case Madri in Roma per avere notizie dei missionari impegnati all’estero nei gemellaggi.
Una volta ci hanno scritto alcuni bambini africani: "Non mandiamo lettere da molto tempo, perché qui sono venuti i guerriglieri. Per alcuni giorni non ci hanno lasciati tornare a casa. Eravamo nascosti sotto i banchi, mentre sparavano sopra le nostre teste. Poi, per fortuna, se ne sono andati. Scusateci tanto per il ritardo, ma qui siamo nel Burundi."
Una volta i Missionari di Roma ci hanno risposto: "Il nostro confratello non può rispondere. E’ stato ucciso in un’imboscata." 
Non tutti i ritardi, grazie a Dio, hanno cause così tragiche. Basta però che le Poste siano in ritardo, che ci siano confusioni o piccoli problemi e l’attesa si prolunga.
In un paesino del Messico, Carmen e Alberto Pistoni curano le traduzioni: i bambini sono curiosi, hanno fame di sapere come si vive in Italia, quali sono i giochi che i bambini italiani prediligono ed è un coro continuo di domande che li portano ad aprirsi verso orizzonti più ampi.
E’ bastata però la  loro temporanea assenza perché la direttrice della Scuola, che non sa l’italiano, rimanesse in attesa. Abbiamo allora comunicato che potevamo tradurre noi, da Roma, e così la comunicazione si è riattivata.
Con la pazienza si ottiene tutto”, diceva Santa Teresa: e anche noi lo ripetiamo a quanti  sono dispiaciuti per questi ritardi. “Seminare futuro” è uno degli slogan dell’OPAM. Quanto facciamo oggi per sensibilizzare i nostri ragazzi ai problemi dei Paesi poveri potrà rendere migliore il mondo di domani.
Una delle nostre alunne impegnate con gli “amici di penna” ha scritto:
"Ho scoperto moltissime cose che non immaginavo nemmeno…..possiamo parlare di tutte le cose che abbiamo in comune....sapere che, anche se la loro condizione di vita non è proprio bella, sono sempre felici e riescono a divertirsi con niente.
Quest’esperienza mi ha insegnato molto…quando leggevo immaginavo i vostri volti sorridenti, perché non vi lasciate abbattere da qualsiasi cosa vi capiti, avete sempre il sorriso sul volto. Ho imparato meglio che non occorre avere tutto e di più, il superfluo, per essere felici, ma che bastano anche due righe scritte in luoghi così lontani per avvicinarci e renderci veramente felici
".

 
                                                                                    Anna Maria Palmieri
                                                                                  
(volontaria settore "Gemellaggi" OPAM)