Natale 2017

 
 
GLI AUGURI E LE ULTIME NOTIZIE DA LOIKAW

 

 

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Carissimi Amici dell’OPAM

Menglaba!

Vi scrivo da Loikaw, Myanmar per ringraziarvi dell’aiuto che abbiamo ricevuto da voi.    Loikaw e’ un piccolo stato del Myanmar, ai confini con la Tailandia.  Le famiglie vivono prevalentemente del lavoro di agricoltura e occupazioni alla giornata, taglialegna, miniere, portatori di sassi e materiale edilizio. Molti trovano lavoro nella foresta o nei villaggi sui monti, questi sono i villaggi di origine delle famiglie costrette a trasferirsi a causa della guerra e lotte tribali che, anche se con meno frequenza, continuano ad impedire ai vecchi villaggi sui monti di riprendere la vita normale. Il forzato esodo dai villaggi ha causato tante difficoltà, aggravato la situazione di povertà, limitato le possibilità di istruzione per molti bambini e ragazzi che conoscendo solo il dialetto non sono riusciti ad inserirsi nella scuola. I villaggi nei monti erano formati in prevalenza da famiglie cristiane, spesso il governo li ha accusati di appartenere a gruppi ribelli o di proteggere i ribelli. Per questo sono stati puniti per molti decenni, costretti alla sopravvivenza in luoghi privi di ogni servizio o a fuggire nei Campi Profughi situati tra il confine di Loikaw e la Tailandia, una striscia di terra chiamata “protetta” dove migliaia di persone hanno cercato rifugio. Ora, grazie ai cambiamenti politici avvenuti più della metà dei 25,000 rifugiati sono ritornati ai loro villaggi, tuttavia ancora molte famiglie di Loikaw rimangono nei campi profughi. Trattandosi in maggioranza di famiglie cattoliche la Chiesa ha sempre cercato di aiutarle e per questo è considerata in un certo senso nemica del governo perché  opera a sostegno dei profughi. In realtà la stragrande maggioranza ha solo la colpa di abitare nelle aree che il governo ha considerato necessarie per i suoi piani di addestramento militare e difesa o di essere parenti di ribelli. Dal 2014 abbiamo iniziato ad accogliere  bambine orfane o abbandonate. All’inizio le bambine erano 15 ora sono 38, vivono nella casa conosciuta ormai come Orfanatrofio o Casa della Pace, dopo un tempo di preparazione sono inserite nella scuola elementare del villaggio vicino. Oltre alla difficoltà della lingua perché provenendo dai villaggi nei monti e da tribù diverse parlano dialetti differenti, devono affrontare anche quella dell’inserimento in un ambiente di maggioranza buddista, dove la loro provenienza suscita discriminazione e sono spesso individuate come “ribelli” o nemici dello stato. 

Nonostante i progressi avvenuti in questi ultimi 5 anni, questa situazione continua a limitare la possibilità di crescita e trasformazione della vita di bambini e famiglie che hanno solo la colpa di essere nati in determinate aree e gruppi tribali. E’ triste constatare come l’impegno nello studio e la voglia di imparare venga sopraffatta dalla discriminazione ed ingiustizia anche da parte degli insegnanti; raramente vengono riconosciuti i doni e capacità di questi studenti.

Il nostro villaggio è diviso in tre aree: buddista, cattolica e animista. La nostra casa risiede ai confini con l’area cattolica e quella animista. Caratteristica comune ai tre gruppi è la povertà e questa realtà facilita in un certo senso le relazioni, infatti anche i genitori non cattolici desiderano che i loro bambini possano beneficiare delle nostre attività educative. Molte mamme appartenenti al gruppo animista inviano i loro bambini alle lezioni e vengono spesso a ringraziarci per quello che facciamo per i loro bambini.   Gli animisti in Htayngalya hanno il loro campo per il culto degli spiriti Nat non lontano dalla nostra residenza. Questo culto è un residuo dell’epoca prebuddista, quando a dominare incontrastato era l’animismo. Il culto dei Nat è tipicamente birmano. Ogni anno, ad aprile viene messo un palo nuovo ed in questa festa vengono offerti sacrifici di animali.

Grazie al vostro aiuto e  con l’aiuto di alcune giovani che hanno studiato in Manila, abbiamo iniziato dei corsi di recupero e doposcuola per i ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento. Quest’anno anche il loro numero e’ aumentato raggiungendo il numero di 38, di piu’ non e’ possibile perche’ ci manca il posto.  La trasformazione delle bambine che vivono con noi e dei ragazzi aiutati con il doposcuola ha destato l’ammirazione dei sacerdoti, del vescovo che segue da vicino le nostre attività e anche di qualche insegnante. Questo ci motiva a continuare a dedicarci in modo più ampio all’educazione dei ragazzi del villaggio e dintorni e speriamo durante le vacanze estive di poter condividere con giovani impegnati ad insegnare nei villaggi sui monti, il metodo educativo che abbiamo appreso durante la nostra formazione nelle Filippine.

Ci sentiamo molto fortunate a poter essere di aiuto al nostro popolo. L’educazione si e’ impoverita molto durante gli anni della dittatura, il regime militare non ha curato questo aspetto cosi’ determinante per il futuro del paese. Ci rattrista molto vedere il degrado del sistema educativo, tuttavia e’ per noi una consolazione vedere come le nostre bambine e i ragazzi del Doposcuola sono aperti ad apprendere ed hanno tante risorse. Siamo contente dei risultati raggiunti quest’anno. Ci rallegra vedere come l’istruzione libera i sogni che hanno dentro, sogni che non sono solo per loro ma anche per le loro tribu’, paese, mondo.

Ora ci stiamo preparando alla venuta di Papa Francesco. Io avro’ la gioia di andare a Yangon con alcune delle bambine piu’ grandi, siamo tutte in grandi preparativi per questo evento storico per il nostro paese. Affidiamo questa intenzione al Dio della pace affinche’ tutto si svolga nella pace, ci sono dei gruppi che non sono contenti della venuta del Papa e noi cattolici siamo una piccola minoranza. Molti desiderano andare ad incontrare il santo papa ma raggiungere Yangon richiede giorni di viaggio e denaro, molti devono rinunciare. Sono certa che Papa Francesco comprendera’ le fatiche del nostro popolo e sentira’ l’abbraccio anche dei piu’ lontani. Chiediamo anche a voi una preghiera perche’ questa visita aiuti il nostro paese a cercare e operare di piu’ per la pace.

Voglio dirvi grazie anche per le magliette che abbiamo ricevuto con la scritta OPAM, non solo i nostri ragazzi ma anche noi siamo contente ed essendo un nome nuovo nel villaggio ha suscitato curiosita’ e cosi’ e’ un’occasione per parlare dell’importanza dell’istruzione e di quanto lavoro l’Opam fa per  promuoverla in tutto il mondo.

Grazie e, visto che orami il Natale e’ vicino, insieme alle nostre bambine, ai ragazzi del doposcuola e loro famiglie, auguro a tutti Buon Natale.  

Sr. Emi Soe