L’idea è nata quando una maestra si è resa conto che nella sua classe l’ignoranza geografica era mastodontica. Non tanto su Paesi, città, fiumi e mari (c’era anche quella), ma soprattutto su dove e come vivono nel mondo gli altri bambini.L’OPAM le aveva spedito un interessante CD. Raccontava la giornata di uno dei nostri alunni, che vivono in Paesi dove tutto è a portata di mano, mettendola a confronto con la giornata dei bambini meno fortunati, perché nati in Paesi del Sud della terra. Lo ha proiettato ai suoi bambini, che sono rimasti interessati, stupiti, e anche addolorati.
Uno ha ricordato di aver visto un film dove un piccolo profugo, che era stato lavato sotto la doccia, si disperava: perché tutta quell’acqua doveva scorrere via così, mentre a casa la sua mamma faceva chilometri per raccoglierne una brocca?
Volevano saperne di più, e allora hanno consultato il sito www.opam.it , dove hanno trovato, tra tante foto, notizie, proposte, un invito che li ha molto interessati. S’intitolava “Gemellaggi”. La proposta era questa: “Mandateci a dire i vostri nomi, la vostra età e la classe che frequentate. Vi metteremo in corrispondenza con una classe che vive in un Paese povero. Scegliete voi la lingua in cui comunicare (inglese, francese, spagnolo): vi servirà anche per impararla meglio. Poi parlate di voi, anche unendo le vostre foto, descrivete il Paese in cui vivete, spiegate i vostri usi, le arti, la cucina, la cultura e così via. Chiedete ai vostri compagni lontani di mandarvi le loro notizie. Imparerete tante cose, e farete anche amicizia. Inviateci le vostre lettere, le foto, i disegni: li spediremo ai bambini lontani.Quando riesce a venire in Italia il missionario che ha cura di questi bambini, la sua visita nella vostra scuola può essere entusiasmante”.
E’ accaduto ad esempio con fratel Gianni Dalla Rizza, che opera in una zona critica della Thailandia, il cosiddetto “triangolo della droga". Lì ha costruito un Centro, dove ha accolto i bambini dei villaggi distanti o orfani e li fa studiare. Questi piccoli hanno accettato volentieri l’idea del gemellaggio, ma molti non sapevano ancora scrivere. Gli hanno dettato, le prime volte, i loro pensieri da inviare ai loro compagni italiani, contenti di avere questa amicizia, che li fa sentire meno soli.
Così pure i bambini di Suor Rosanna Favero descrivono la loro vita nella piccola isola di Natandol nelle Filippine attraverso magnifici cartelloni, con illustrazioni del loro villaggio e delle loro attività. Non contenti di ciò, hanno preparato come regalo tanti piccoli, graziosissimi rosari. Ci lasciano commossi: sono sempre i più poveri a mostrarsi più generosi.
Una corrispondenza così non è solo utile, è stimolante. Anni fa, gli alunni dello Yucatan (Messico) hanno mandato ai loro amici di Noto (Siracusa) notizie interessantissime sulle piramidi Maya. I loro amici siciliani hanno notato un’analogia tra la forma delle piramidi e il cono dell’Etna: e qui una valanga di notizie sul loro vulcano.
Ma conoscersi vuol dire anche riflettere. Spesso i nostri ragazzi si chiedevano perché zone lontane, così ricche di prodotti naturali e minerali, avevano tanti poveri che faticavano a mettere insieme il pranzo con la cena. Si meravigliavano che in quelle terre fosse una fortuna andare a scuola, e magari andarci con sacrificio, facendo chilometri a piedi. E soprattutto si chiedevano, guardando le foto:”Eppure sorridono sempre, anche se hanno così poco. Perché?” Ne nascono in classe discussioni e chiarimenti che aiutano a pensare e a maturare. Non c’è niente di più interessante che conoscere chiaramente quanto succede sulla terra. Questo mondo in cui viviamo presenta tanti aspetti diversi, tante bellezze , ma anche molte difficoltà e sofferenze, spesso per mancanza di giustizia. Abbiamo un compito importante: lasciarlo migliore. Chi non sa quello che avviene, lo lascia peggiore di come è adesso. Chi invece conosce direttamente (e quale mezzo è più diretto che scriversi?) potrà fare, da grande, delle scelte che renderanno per tutti la vita più giusta, più umana. I bambini, i giovani di oggi sono il futuro dell’umanità.
Ecco perché la decisione di iniziare un gemellaggio può essere simpatica, divertente, ma soprattutto utilissima per l’avvenire.