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Un laboratorio di sartoria per le giovani di Matola
Suor Pauline Kabamba Ma-Muend', missionaria congolese delle Suore Francescane Stimmatine, opera nella città di Matola nell'Arcidiocesi di Maputo, la capitale del Paese. Matola, città di poco meno di 900.000 abitanti situata a circa 10 km a ovest della capitale nell'estremo sud del Mozambico, ha un porto importante sull'oceano Indiano ed è al centro dell'area industriale più sviluppata del Paese. Eppure miseria e sottosviluppo continuano ad affliggere la popolazione del Mozambico. Dopo l'indipendenza nel 1975, il Paese ha conosciuto le sofferenze di una guerra civile durata 15 anni, che ha causato distruzione e oltre 1,5 milioni di profughi. Dal 1993 iniziò una progressiva ripresa del Paese tanto che nel 2007 la sua economia fu definita “una storia di successo nell'Africa sub-sahariana”. Ma purtroppo non si tratta di un successo per tutta la popolazione del Paese, che continua a soffrire miseria e sottosviluppo. Gli enormi benefici fiscali assicurati dal Governo hanno favorito l'afflusso di capitali esteri, che sono andati a concentrarsi su un ristretto numero di progetti di sfruttamento delle materie prime e delle terre per la produzione di prodotti agricoli per l’esportazione. Il fenomeno del land grabbing (letteralmente accaparramento della terra) ha espropriato e messo nelle mani di multinazionali straniere di 13 nazioni (Brasile, Cina, Francia, India, Italia, Libia, Isole Maurizio, Portogallo, Singapore, Sudafrica, Svezia, Regno Unito e USA) ben 1.583.149 ettari di terra. Il paradosso dell'aumento del PIL senza sviluppo è uno scandalo sociale che qui come in molti altri Paese africani è estremamente evidente. Scrive Sr. Pauline: Oltre la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Il tasso di alfabetizzazione è del 56% e sarà difficile cambiare questa situazione senza importanti investimenti in campo educativo. Mancano le scuole materne. Sono 740.000 i bambini orfani a causa dell'AIDS, che qui provoca circa 77.000 morti l’anno. Un esercito di bambini vive in condizioni di miseria, esclusi da ogni diritto compreso quello del cibo (il 43% dei bambini di età inferiore ai 5 anni è malnutrito). Nonostante l'istruzione primaria dalla Ia alla Va classe sia obbligatoria e gratuita i bambini che vanno a scuola sono meno del 40%. Gli insegnanti sono pochi e ancor meno quelli formati. Mancano le scuole e le poche esistenti hanno classi sovraffollate. Quei pochi che arrivano a completare le elementari non possono proseguire perché tutti i costi, dal materiale scolastico fino all'arredamento delle aule, sono a carico delle famiglie. E così un esercito di piccoli affolla le strade. L'analfabetismo femminile è ancora più drammatico ed è alla radice di tanti problemi sociali che aggravano la situazione di miseria. Le ragazze non scolarizzate e senza un lavoro non hanno mezzi di sussistenza, spesso si prostituiscono per vivere, con tutte le conseguenze per se stesse e i loro bambini. Istruire le donne significa ridurre la piaga della malnutrizione e la mortalità materno-infantile, aumentare il reddito familiare, favorire la scolarizzazione dei bambini e soprattutto delle bambine, arginare la diffusione dell'AIDS. Per questo abbiamo pensato di avviare un centro di Promozione Femminile nella parrocchia di S. Gabriel, dove ragazze-madri e giovani donne possano apprendere il mestiere di sarte assieme a nozioni d'igiene, alimentazione e gestione familiare. Per dotare il nostro Centro di 13 macchine da cucire e delle attrezzature necessarie (sedie, 2 tavoli da taglio, 3 tavoli e ferri da stiro, tessuti, aghi, bottoni, spilli ecc.), il costo totale previsto è di 9.082 €; il contributo locale è di 2.082 €. Chiediamo ai benefattori dell'OPAM un contributo di 7.000 €. Con il vostro aiuto potremo addestrare 30 giovani donne ogni anno contribuendo alla loro educazione, favorendone l'emancipazione e dando loro la possibilità di avere una vita serena e dignitosa. Vi ringraziamo in anticipo per il vostro sostegno.”