Prog. 2067 Maggio-Giugno 2015

LOCALITA' : Alunguli (Rep. Dem. Congo)   
DIOCESI:   Diocesi di Kindu
TITOLO:    Servizi igienici per la scuola materna di Alunguli
COSTO:   7.700 € 
PROGETTO REALIZZATO

 

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Servizi igienici per la scuola materna di Alunguli 

Kindu, capoluogo della Provincia di Maniema, nella regione orientale della Rep. Dem. del Congo e sede dell'omonima diocesi, è una città di circa 172.000 abitanti, estesa sulle due rive del fiume Lualaba, il tratto iniziale del fiume Congo, in piena foresta equatoriale. Di fatto si tratta di un grandissimo villaggio rurale in una zona fortemente isolata, come tutto il Maniemadove si arriva e si riparte solo in aereo e il commercio avviene via fiume da Kisangani, o via rotaia da Lubumbashi, con treni che transitano con una frequenza addirittura mensile. Le poche strade sono state con il tempo divorate dalla foresta ed è difficile spostarsi anche all'interno della stessa Provincia. A Kindu, da più di 30 anni, è presente la Congregazione diocesana delle Sœurs de Notre Dame du Bon Conseil il cui lavoro è fondamentale per la popolazione locale più povera. Le religiose, oltre ad aiutare i sacerdoti nella catechesi e liturgia, sostengono le famiglie con opere sociali e di carità, soprattutto l’istruzione e i servizi sanitari: sono insegnanti, infermiere, direttrici di scuole e di ospedali. Le suore, nel 1990, avevano fondato ad Alunguli, un villaggio alla periferia di Kindu, una scuola materna per favorire la scolarizzazione precoce dei bambini e facilitarne il successivo inserimento nella scuola primaria. Prima, infatti, i bambini ogni mattina affrontavano una pericolosa traversata del fiume con le piroghe per andare a scuola sulla riva opposta. Ai costi di iscrizione, tasse, materiale scolastico si aggiungevano quelli degli spostamenti. Era sempre più difficile per le famiglie povere mandare i figli a scuola, per cui i più piccoli restavano a casa in attesa di crescere abbastanza per affrontare le difficoltà dei trasferimenti, ma spesso il fiume che separava i bambini dalla scuola non veniva mai più attraversato. Nel corso di due guerre devastanti per il territorio, quella scuola era stata saccheggiata, ridotta in rovina e resa inagibile. Le attività didattiche erano poi riprese con i bambini riuniti in una stanza annessa al convento delle suore e, finalmente nel 2011 con il supporto degli amici dell’OPAM (Prog. 1884/2011), la struttura era stata restaurata e arredata, sicché i bambini ebbero di nuovo la loro scuola. Da Alunguli arriva ora una nuova richiesta di aiuto, per dotare la scuola dei servizi igienici. Suor Espérance Elisabeth Kyalu, responsabile del progetto, scrive: “Grazie all’aiuto dell’OPAM la nostra scuola materna ha ripreso a funzionare bene, ed ha ormai formato più di 500 bambini, che hanno poi proseguito nei loro studi primari. La scuola ha quattro aule, ogni classe ha il proprio insegnante, è diretta da una nostra consorella pedagoga. La capacità della struttura è di 150 alunni, ma per le pressanti richieste ne accogliamo 270 (103 bambine e 167 bambini). C’è però un problema la cui soluzione è diventata urgente: la scuola non ha servizi igienici. L’unica toilette esistente è utilizzata dai bambini, dagli insegnanti e dai parenti in visita, con tutti gli inconvenienti immaginabili per l’igiene, col rischio di contrarre e diffondere malattie. E’ stato quindi definito un progetto per costruire una struttura in muratura con 4 toilettes. Il costo totale previsto è di 8.400 €. Abbiamo sensibilizzato i genitori all’esigenza di costruire i servizi igienici ma essi non sono in grado, se non in minima parte, di far fronte ai costi della costruzione. Facciamo perciò appello alla generosità dei benefattori dell’OPAM, che ringraziamo in anticipo, perché aiutino ancora una scuola che già conoscono. L’apporto locale può arrivare a 700 € per cui chiediamo all’OPAM un contributo di 7.700 € . Completa anche dei servizi igienici la nostra scuola materna sarà più efficiente e offrirà ai bambini un ambiente igienicamente sicuro in grado di prevenire meglio i rischi di malattie. Grazie!”