Prog. 2098 Giugno 2016

LOCALITA' : Kuyo (Guinea Bissau)   
DIOCESI:   Diocesi di Bissau
TITOLO:   Sostegno agli insegnanti della scuola “São Zeno "
COSTO:   6.600 € 
PROGETTO REALIZZATO

 

Clicca sulla foto per vedere l'album

 

 

 

 Sostegno agli insegnanti della scuola "São Zeno"  

CONTESTO. La Guinea Bissau, stato dell’Africa occidentale affacciato sull’oceano Atlantico, ex-colonia portoghese, è un Paese molto povero, la cui economia è basata sull’agricoltura con produzione di arachidi, olio di palma, gomma, legname e sulla pesca. Dopo due anni di guerra civile (1998-1999) e un colpo di stato militare alla fine del 2003, la rovina di gran parte delle infrastrutture economiche e sociali ha aggravato la povertà già diffusa. Più di due terzi della popolazione, di cui il 46% circa ha un’età inferiore ai 15 anni, vive sotto la soglia della povertà. Kuyo è una “tabanca” (villaggio) alla periferia della capitale Bissau. La gente che vi abita è emigrata dalle zone rurali del Paese cercando un lavoro e migliori condizioni di vita, ma quasi sempre ha trovato miseria, fame e condizioni precarie. Si tratta di famiglie numerose in cui molti bambini sin dalla più tenera età aiutano i genitori con lavoretti occasionali e la cura dei fratelli più piccoli. La scuola primaria è obbligatoria, ma poche famiglie e con difficoltà riescono a pagare tasse, uniformi e materiali scolastici che sono a loro carico. A Kuyo, nel 2006, un giovane laureato Intunda Na Montche aveva avviato il progetto “Djitu Ten” (= si può fare) per una formazione integrale che va dall’alfabetizzazione degli adulti, soprattutto donne, alla formazione professionale in agraria dei giovani, all’istruzione primaria con corsi-ponte per il reinserimento scolastico di ragazzi che hanno oltrepassato l'età o che hanno interrotto gli studi. Da quel progetto è nato il complesso scolastico “São Zeno” che l’OPAM sostiene da tempo (Progetti 1731/2008, 1793/2010, 1861/2011, 1947/2012) in collaborazione con Sol Mansi”, associazione del Prof. Na Montche che promuove, tra l’altro, progetti formativi finalizzati al progresso economico, sociale e culturale. 

PROGETTO. La scuola São Zeno” di Kuyo vede un crescente sviluppo per l’aumento delle richieste delle famiglie di accogliere i loro bambini che, altrimenti, sarebbero esclusi dal diritto all’istruzione. Oggi la scuola ha più di 500 alunni, tra i 7 e i 17 anni, che pagano una retta minima. La metodologia didattica si conforma a una “pedagogia della realtà” secondo i presupposti dell’approccio freiriano (*): il bambino non è “tabula rasa” ma è soggetto attivo nel processo di apprendimento e nella crescita della coscienza. E’ evidente in questo metodo l’importanza degli insegnanti e della loro formazione: quanto più gravi sono le condizioni di partenza (povertà, ambiente sociale difficile, mancanza di materiali didattici adeguati…) tanto maggiore è l’impegno che si richiede all’insegnante che, per essere efficace, deve possedere un’ampia gamma di abilità didattiche e qualità umane tali da completarne il ruolo e l’autorità. La São Zeno”, è una scuola parificata riconosciuta dal Ministero dell’Educazione, ma attende ancora che lo Stato provveda a pagare gli stipendi dei suoi 15 giovani insegnanti specializzati. Ancora oggi l’instabilità del clima politico ha conseguenze gravi sulla società e sulle scuole, in cui gli insegnanti statali non vengono pagati affatto o con molto ritardo. Intunda Na Montche e Sol Mansi si rivolgono ancora all’OPAM perché, con un contributo di 6.600 €, aiutiamo la scuola a pagare un anno di stipendio ai suoi 15 insegnanti, della cui attività beneficiano le categorie più vulnerabili delle comunità di Kuyo e dei villaggi vicini: bambini, adulti analfabeti, giovani e soprattutto donne, le più penalizzate rispetto all’istruzione. E l’OPAM volentieri si impegna, confidando sugli amici che hanno già in passato contribuito alla crescita di questa importante realtà formativa.

 


(*) Paulo Freire (1921-1997), educatore brasiliano e importante pedagogista, è autore di un metodo psico-sociale di insegnamento centrato sul concetto di “educazione come strumento di libertà” che, ad esempio, nella pratica dell’alfabetizzazione degli adulti li trasformava rapidamente in persone coscientizzate rispetto al proprio contesto……. La sua “pedagogia del dialogo” dà dignità agli studenti, così per come essi sono, e mette l’educatore al loro fianco con il proposito di orientare e dirigere il processo educativo, facendo dell’educatore stesso un apprendista sempre teso allo studio e alla ricerca. (da Moacir Gadotti – Il messaggio di Paulo Freire)