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Alfabetizzazione degli adulti nel Sahel
CONTESTO. La parrocchia di Arbinda, creata nel 2000 nella diocesi di Dori, provincia di Soum in pieno Sahel nel nord del Burkina Faso, è molto vasta e copre tre dipartimenti, Koutougou, Kelbo e Arbinda, suddivisi in 64 villaggi. Gli abitanti, 85.766, sono in maggioranza musulmani. E’ una popolazione rurale molto povera che vive di agricoltura e allevamento attività penalizzate dalla grande siccità che affligge questa zona. Per la mancanza di strade praticabili molti villaggi sono difficilmente raggiungibili. Una volta a settimana una specie di pulmino collega Arbinda con Djibo, la città più vicina, avventurandosi su una pista tremenda. Le carestie ricorrenti spingono molti ad emigrare in cerca di migliori condizioni di vita. Nei villaggi sta a poco a poco crescendo il numero delle scuole, ma il 97% delle persone sopra i 15 anni di età è analfabeta. La scolarizzazione dei bambini dai 7 ai 12 anni è del 22% e del 20% quella delle bambine. Le scuole pubbliche sono poche e di scarsa qualità, le private sono esclusivamente musulmane. La Chiesa qui opera soprattutto per promuovere l’alfabetizzazione di base degli adulti specialmente delle donne. In questo importante servizio è impegnato Padre Eugenio Jover, un missionario spagnolo dei Padri Bianchiinsieme a due confratelli. Da anni l’OPAM sostiene i progetti di P. Eugenio che ha fatto dell’alfabetizzazione e della promozione integrale delle popolazioni del Sahel la sua missione prima nella diocesi di Kaya ora in quella di Dori.
PROGETTO. “Qui ad Arbinda – ci scrive Padre Jover – i cristiani sono meno del 2%. Possiamo prenderci cura delle persone vincendo il timore del proselitismo solo attraverso attività di promozione umana soprattutto rivolte alle donne. Il progetto di alfabetizzazione che grazie all’aiuto dell’OPAM riusciamo a portare avanti è una priorità. Benché la maggioranza degli alfabetizzatori dei nostri corsi siano i nostri catechisti, ad imparare a leggere e scrivere vengono tutti, cristiani e musulmani. In alcuni casi come ad esempio in due degli ultimi corsi realizzati grazie all’OPAM nei villaggi di Bulkesi e Gampela 25-30 km a nord di Arbinda, coordinatore, istruttrici e i 60 allievi erano tutti musulmani. I corsi rappresentano quindi uno strumento indispensabile per gettare ponti e costruire relazioni di fraternità più che mai importanti in una fase storica così difficile. I primi centri di alfabetizzazione avviati con il vostro aiuto sono stati 6 nel primo anno (2014): 2 per l’etnia Peuhl in lingua foul-fouldè e 4 per l’etnia Mossi in lingua more. Nella campagna di alfabetizzazione del 2015: 2 per i Peuhls e 9 per i Mossi per un totale di 600 persone alfabetizzate. Per realizzare i corsi utilizziamo cappelle o costruiamo delle tettoie in paglia, ma i nostri allievi non si lamentano se non hanno aule con comodi banchi. Con emozione vediamo i volti raggianti di mamme con i loro libri e quaderni e anziani seduti ai banchi o su tronchi d’albero, impegnati con serietà a imparare a leggere e scrivere. La grande partecipazione e i risultati positivi ci spingono a continuare e chiediamo agli amici dell’OPAM di aiutarci a finanziare due nuove campagne per il 2016-2017 nelle quali contiamo di aprire 15 centri in altrettanti villaggi per un totale di circa 600 allievi. I corsi bimestrali sono di due livelli: Alfabetizzazione Iniziale (AI), e Formazione Complementare di Base (FCB) o approfondimento del 2° anno, vi saranno impegnati 12 formatori diplomati e 3 supervisori. Il costo totale è di 6.891 €, di cui 343 € coperti dalla quota chiesta agli studenti e 421 € dal risparmio fatto nelle campagne precedenti. Chiediamo quindi all’OPAM un contributo di 6.127 € per continuare il progetto i cui benefici vanno ben oltre questo piccolo angolo di mondo. Oltre che per i tanti adulti che imparano a leggere e scrivere, le campagne infatti sono un concreto aiuto per le famiglie dei catechisti e gli insegnanti che vi lavorano e per noi missionari rappresentano uno strumento fondamentale per educare alla fraternità universale e creare nuove opportunità affinché la gente non abbandoni il Paese rischiando la vita per cercare un futuro migliore. Grazie di cuore!”