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Sogni d’oro per i giovani sordomuti
CONTESTO. La parrocchia St. Luis Marie Grignon a Ndikiniméki, della Diocesi di Bafia, si trova 200 Km a sud di Yaoundè. Vi risiede una popolazione di 6500 abitanti composta da persone provenienti da piccoli villaggi isolati, giunte qui al tempo della guerra civile che, dopo l’indipendenza del Paese, dal 1960 al 1980 ha seminato distruzione e morte anche nei villaggi più remoti.
La gente vive di agricoltura con salari molto bassi. L’analfabetismo, ancora molto elevato, rende le persone prigioniere di credenze e superstizioni che ostacolano un reale sviluppo e contribuiscono al perpetrarsi di condizioni miserabili di vita con conseguenze drammatiche, soprattutto verso i soggetti più deboli della società. Tutto ciò che devia rispetto al “normale” fluire della vita viene interpretato come frutto di una maledizione o portatore di sventura.
Fino a non molti anni fa alla nascita solo uno dei gemelli poteva sopravvivere e a deciderlo era una formica a seconda della goccia di latte materno abbinata a ciascuno dei bambini verso cui si dirigeva. Oggi per fortuna non è più così anche se l’evento è vissuto come soprannaturale. Restano invece fortissime le discriminazione verso i bambini con disabilità. In questa zona sono tanti i bambini sordomuti e vengono considerati esseri subumani, incapaci di comprendere e pensare... e dunque una maledizione.
PROGETTO. La nascita di un bambino sordomuto è vissuta dalla famiglia come una punizione che va nascosta. Questi bimbi sono segregati in casa, non viene loro riconosciuto alcun diritto, diventano oggetto di violenze e, una volta cresciuti sono sfruttati ed emarginati.
Per sanare questa situazione la cosa principale è smontare credenze e i pregiudizi. Ma per farlo era necessario creare un’opportunità per questi bambini di ricevere un’educazione di qualità che, superando il limite della disabilità, riuscisse a favorire lo sviluppo dei talenti di ciascuno garantendogli una vita autonoma e permettendogli di inserirsi dignitosamente nella famiglia e nella società.
Per questo nel 1998 è nata una scuola per sordomuti, l’EDAN (Ecole des Deficients Auditifs de Ndikiniméki) che accoglie allievi sordomuti, da 4 a 18 anni, garantendo l’istruzione dalla materna fino al ciclo medio e una formazione tecnico-professionale: sartoria, falegnameria, informatica, agronomia. Tutto il personale è altamente qualificato. Vi è inoltre un ostello per accogliere gli studenti provenienti dai villaggi più distanti.
La scuola con difficoltà riesce a far fronte agli alti costi per il suo funzionamento. Quasi nessuna delle famiglie infatti paga una retta sia per le condizioni di povertà sia perché, se devono far studiare un figlio, non sarà mai un bambino sordomuto. Ci sono poi bambini che, almeno per i primi tempi, vengono abbandonati in istituto. Per questo accanto al lavoro con i bambini se ne svolge un altro per aiutare le famiglie a liberarsi da pregiudizi e superstizioni ed imparare ad amare i propri figli.
Ci scrive il parroco Padre Joseph Kiza della Congregazione dei Salvatoriani: “Abbiamo urgenza di garantire altri posti nell’ostello per arrivare ad accogliere 150 persone come previsto. Ma per farlo dobbiamo riparare i letti esistenti e acquistarne 75 di nuovi con i materassi e le lenzuola, e ci occorrono 6.890 €. Confidiamo sul vostro aiuto affinché i sogni di questi piccoli si trasformino in realtà. Grazie anticipatamente di cuore.”