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A scuola dopo la guerra
CONTESTO. Bocaranga è una cittadina di 15.000 abitanti che si trova nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana. Qui la recente guerra che ha interessato il Paese ha seminato distruzione e morte. La popolazione di Bocaranga fatica a riprendere il normale corso della vita perché la preesistente povertà si è trasformata in una miseria indescrivibile dopo la guerra scoppiata nel dicembre del 2012. Per mancanza di mezzi economici tanti bambini sono esclusi dal diritto all’istruzione ed avviati precocemente al lavoro agro-pastorale. Ma da queste parti dove scoppiano conflitti armati etnici, religiosi che spesso mascherano gli interessi economici per il possesso delle risorse naturali da parte di multinazionali straniere, continue violenze vengono perpetrate da parte di bande armate, purtroppo è ricorrente che un bambino in strada corra il rischio di essere arruolato con la forza per combattere guerre che iniziano proprio dalla distruzione del suo presente e del suo futuro.
PROGETTO. «Mettiamo quaderni e non fucili nelle mani dei bimbi» è ciò che non smettono di ripetere le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Touret. La scuola specie in zone come questa è un potente antidoto al fondamentalismo e alla paura dell’altro ed è capace stimolare negli adulti la meravigliosa capacità che hanno i poveri di rinascere, ostinatamente, dopo ogni calvario.
Attualmente a Bocaranga le suore gestiscono la scuola “Santa Bakita” che accoglie 1000 bambini delle classi dalla materna fino all’ultima classe di scuola primaria (CM2). Inoltre hanno in carico altre tre scuole materne: “St. Jeanne Antida”, “St. Pierre” e “St. Charlie Lwanga”.
Ci scrive Sr. Ruth Yabindi, che per tanti anni ha lavorato a fianco di Sr. Elvira Tutolo a Berberati e che ora è direttrice delle scuole a Bocaranga: “Sia nelle scuole pubbliche che in quelle private i costi della scuola sono a carico delle famiglie. Per garantire una formazione di qualità che lo Stato non riesce ad offrire, le scuole cattoliche ricorrono ad aiuti esterni per pagare gli stipendi degli insegnanti, sostenendo anche parte delle spese scolastiche in percentuale diversa a seconda delle condizioni economiche delle famiglie. Con la guerra è cresciuto il numero di orfani e bambini poveri che non sono in grado di dare nulla per la scuola. Ma non accogliere questi piccoli significa lasciarli in strada in balia di se stessi e di quanti approfittano della loro miseria in diversi modi (lavoro minorile, abusi, arruolamento...). Ci rivolgiamo ai benefattori dell’OPAM perché, con un contributo di 6.486 € ci aiutino ad assicurare lo stipendio a 20 insegnanti delle nostre scuole per 12 mesi, e a sostenere le spese scolastiche (tasse, divise e materiale scolastico) di 67 orfani (32 bambini e 35 bambine). Aiutateci a sanare le ferite della guerra e a garantire a questi piccoli un futuro migliore. Grazie di cuore”.