Settembre 2021

 
NUOVE NOTIZIE DA SUOR EMI SOE
 
Uniti contro il virus e gli orrori della guerra 

 

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Carissimi Amici dell’OPAM, Menglaba!

Confido di trovarvi tutti in buona salute. Desidero dire grazie per la vostra vicinanza in questo tempo difficile della vita del nostro paese. Dai messaggi di Sr. Rosanna siamo a conoscenza del vostro affetto, della preoccupazione per noi e delle vostre preghiere. Il 2020 è iniziato con il problema del Covid-19, l’anno 2021 con il colpo di stato e tutte le conseguenze di questo evento tragico e inaspettato. Come vi ho comunicato, l’anno scolastico 2020-2021 è stato sospeso in tutto il Paese e non sappiamo cosa accadrà per il prossimo. Ora sono iniziati i contagi da coronavirus anche nella nostra regione Kayah, un problema enorme perché qui non ci sono mezzi per curarsi e perché vivere nei Centri rifugio, dove non è proprio possibile rispettare le distanze, li rende più facili. 

In questo contesto difficile e limitante tuttavia la nostra attività educativa non si è fermata ma si è adattata alle diverse ordinanze delle autorità civili. Da parte nostra abbiamo tenuto in considerazione le necessità dei ragazzi e delle loro famiglie, offrendo non solo ospitalità giornaliera ma anche notturna per evitare la diffusione del virus e il rischio di essere colpiti durante le sparatorie di questi mesi. La nostra casa è diventata Centro rifugio per bambini e mamme, persone ammalate, anziani. I ragazzi del doposcuola sono stati i primi ad essere accolti, sono di casa qui e sono corsi da noi quando sono iniziati gli scontri a fuoco, gli incendi delle case, gli arresti di chi si univa alle proteste. Ci sono stati giorni in cui non sapevamo cosa fare e come gestire la situazione. Poi abbiamo pensato che si trattava solo di un breve tempo, che tutto sarebbe finito presto e invece abbiamo dovuto imparare a vivere in questo contesto di incertezza, violenza e incredulità. 

Abbiamo ripreso le attività che si potevano fare, organizzando turni di insegnamento per i ragazzi esterni e le ragazze che vivono con noi. Oltre alle lezioni scolastiche abbiamo pianificato lo studio della musica e i ragazzi stanno imparando a suonare il violino, il flauto e la pianola. Per i più piccoli l’attività preferita è stata il disegno. In questi mesi tutti questi esercizi devono essere svolti a porte chiuse e cercando di fare meno rumore possibile.  Grazie al vostro contributo sono stati acquistati testi di studio e materiale didattico che ci è servito non solo per le attività educative ma soprattutto terapeutiche. Dallo scorso marzo il numero delle bambine del nostro orfanatrofio è aumentato sempre di più e così anche i ragazzi del doposcuola. Da giugno poi ogni angolo della casa - corridoi, aule e dormitori - si è trasformato in luogo di accoglienza per chi era dovuto fuggire per aver salva la vita. 

Il denaro stanziato per l’alimentazione è stato usato non solo per il gruppo del nostro orfanatrofio, inizialmente 45 interne e 44 ragazzi del doposcuola, ma tutto è stato diviso con chi aveva bisogno e anche a nome loro vi ringraziamo di cuore. Continuiamo a fare il possibile per coltivare verdure e mais, ora che sono iniziate le piogge è più facile ma non è mai sufficiente quello che prepariamo. Siamo nelle mani di Dio e cerchiamo di mantenere la speranza nel nostro cuore nonostante tutto quello di cui siamo testimoni. Vi ringraziamo del vostro aiuto e grazie a nome di tutti coloro che ricevono la vostra solidarietà.

Suor Emi Soe

 

 

Suor Emi, inoltre, ha chiesto alle ragazze di scrivere le loro esperienze per l’OPAM e tra le tante lettere ha scelto di condividere con noi lo scritto di Josephine.

 

“Cara OPAM aiutaci a riaprire la nostra scuola!”

Menglaba! Voi come state? Noi ora non possiamo andare a scuola perché è arrivata la guerra e le suore ci hanno detto che è pericoloso stare fuori, per questo non si può uscire a giocare. Anche se la nostra scuola è qui, vicina alla nostra casa, deve rimanere chiusa. Io sono triste e anche le mie compagne sono tristi perché la nostra vita è cambiata.

Quando passano i soldati dobbiamo stare tutti in silenzio, alla sera quando fa buio non si può usare la luce. Quando sentiamo gli spari dei fucili e il rumore delle bombe abbiamo paura. Stiamo insieme alle suore e preghiamo. Prima piangevo, adesso invece non piango più perché so che noi siamo fortunate ad essere qui. Ora ci sono tante persone che vivono nella nostra casa perché non hanno più la loro casa. Le suore ci hanno detto che tanti bambini ora vivono nella foresta perché nei villaggi è pericoloso.

Io non pensavo che la guerra fosse tanto brutta. Non solo noi bambini abbiamo paura, sono sicura che tutti hanno paura e non vogliono la guerra. Allora perché continua? Le suore e le nostre compagne più grandi ci insegnano a scrivere, a disegnare e anche la matematica. Impariamo anche la lingua inglese. Sono triste perché tutte le scuole sono chiuse, come faranno gli altri bambini a studiare? Cosa faranno i nostri insegnanti senza bambini a scuola? Sono triste e spero che possiamo andare a scuola presto. Cara OPAM, se puoi aiutaci a far riaprire la scuola e ti prometto che studierò con impegno. Grazie!

Josephine