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Abbiamo chiesto a Sr. Silvia, delle Suore di S. Giuseppe di Torino, con le quali l’OPAM ha realizzato alcuni Progetti di costruzione e arredo di piccole scuolette ed ha in corso un‘adozione di gruppo di 60 bambini, di condividere alcune sue impressioni di ritorno dalla Rep. Dem. del Congo.
A Kinshasa per un mese, dal 15 luglio al 16 agosto, ho ri-sperimentato cosa significa intraprendere un lavoro intenso ed urgente, regolato e condizionato dall’andirivieni della corrente elettrica, presente nelle ore più impensate del giorno o della notte. Si lavorava al mattino prestissimo o con ritmo ininterrotto fino alle quattro del pomeriggio o a notte avanzata. Un’improvvisa interruzione della luce annullava talvolta un lavoro importante, imprudentemente non salvato a tempo.
Ho goduto negli incontri con le famiglie dei bimbi aiutati e seguiti a distanza - e fra gli altri anche quelli sostenuti dall’OPAM - o con i tanti ‘amici’ che popolano le strade intorno alla nostra casa, ritrovati, sempre in miseria, dopo la lunga assenza.
Le uscite in città mi hanno lasciata sgomenta. Kinshasa è irriconoscibile, non più a misura d’uomo. Alcune delle strade principali sono diventate enormi, a otto corsie, valide per gli automobilisti, perché impediscono i ben conosciuti ”embouteillages”, ma grave pericolo per i pedoni che, senza semafori né vigili, attraversano solo animati dal loro coraggio e dall’urgenza del loro andare. Tanti gli incidenti, tanti i morti!
Nelle zone laterali a queste super-strade, costruite dai cinesi, ancora “routes en terre” con enormi buche e fogne debordanti, dove una folla indescrivibile di uomini donne e bambini se ne va a piedi, portando, alcuni, in testa, un fagotto con l’essenziale e percorrendo chilometri e chilometri per raggiungere il mercato… Miseria! Eppure il settore costruzioni evidenzia un forte aumento: crescono come funghi case residenziali, alberghi, ristoranti…
La situazione politica è come sempre confusa e instabile. In città, vista la preparazione alle elezioni presidenziali, che dovrebbero aver luogo in novembre, si avverte la tensione. C’è attesa di cambiamento ma anche sfiducia nelle istituzioni, nei nuovi pretendenti, nell’uomo… C’è però il tentativo di formare persone che diventino a loro volta formatori elettorali capaci di scendere sul terreno per sensibilizzare i cittadini a ben osservare, discernere, votare con coscienza… con informazioni fondate su verità, libertà, giustizia e solidarietà. Anche i rappresentanti delle diverse confessioni religiose si sono impegnati ad un serio accompagnamento nel processo elettorale.
C’è pur sempre uno spiraglio di luce, ovunque… riesco a farvelo vedere?
Al Plateau di Bateke c’è vita, tanta vita. Le piantagioni di alberi da frutta avviate dalle nostre sorelle e dalla gente del posto, grazie all’aiuto di amici, sono in crescita; la distesa di piante d’ananas, che sembrano scoppiare con i loro succulenti frutti, è uno spettacolo da non perdere e così la raccolta di mais e di manioca…
E poi… grazie anche all’aiuto dell’OPAM che ha sostenuto il progetto di acquisto di banchi e libri, ce l’abbiamo fatta: il progetto di costruzione della scuola elementare è terminato e hanno già funzionato tre classi sulle sei costruite. I bimbi erano fieri di stare seduti su autentici banchi e sembravano gareggiare in puntualità e disciplina. La giornata di chiusura dell’anno scolastico è stata una grande festa: gioiosi i bimbi, soddisfatti i genitori che, quasi tutti analfabeti, hanno goduto nel sentire, per la prima volta, con stupore e commozione, i loro figli esprimersi in francese (… e non è poco) con filastrocche, simpatiche scenette e canti.
Anche a settembre il suono del tam-tam richiamerà a questa “vera scuola” (con muri, finestre, porte e tetto… ed anche banchi), uno stormo di bimbi festosi, desiderosi di imparare sempre di più e meglio cose nuove, quasi in corsa per essere tra i migliori…
Non ci sono naturalmente acqua e luce al Plateau, ma si spera di riuscire al più presto a scavare un pozzo per attingere dal sottosuolo acqua potabile, costruire un “château” per facilitarne la ridistribuzione e fare, con l’acquisto di una cisterna, una raccolta d’acqua piovana vicino alla scuola, per le prime urgenze.
Il villaggio di Mokili Ngonga, interprete dei tanti altri che si trovano a qualche chilometro dalla scuoletta, ci ha riservato un’accoglienza festosa… ma le richieste si moltiplicano perché le necessità sono tante! Il nostro Dio ha il cuore grande e uno sguardo di predilezione per i piccoli. Sono certa che prima o poi anche queste richieste troveranno una concreta soluzione.
Vi salutano i nostri e vostri bimbi congolesi. Continuano a gridarvi fra danze e canti la loro amicizia e il loro grazie, troppo grande perché possiamo rinchiuderlo in queste poche righe. Sentitevelo dentro e godetevelo con noi…Grazie, grazie e grazie ancora.
Sr. Maria Silvia Favero
(volontaria OPAM)
(volontaria OPAM)